Lunedì 23 Dicembre 2024

Usa 2020, Bill Weld primo repubblicano a sfidare Trump

Bill Weld

L’esercito degli sfidanti di Donald Trump per il 2020 cresce. Ma la novità è che ai 18 democratici scesi in campo si affianca il primo repubblicano e presentarsi ufficialmente: Bill Weld. «Mi sarei vergognato di me stesso se non avessi deciso di correre», ha spiegato Weld. L’ex governatore del Massachusetts non risparmia critiche al tycoon: è proprio la sua ostilità al presidente alla base della sua decisione di candidarsi. Sarebbe una «tragedia politica» avere «altri sei anni di cose come quelle a cui abbiamo assistito negli ultimi 24 mesi alla Casa Bianca». Le sue parole per descrivere Trump non lasciano adito a dubbi: è il «grande maestro» della spaccatura dell’America, ha «difficoltà ad adattare la sua condotta con quanto previsto dalla legge» ed è un presidente che «deride la legge». Di fronte a questo quadro è necessario - dice - tornare ai «valori di Lincoln, uguaglianza, dignità e opportunità per tutti». Pur essendo il primo repubblicano «coraggioso», come molti lo definiscono, a sfidare Trump, le sue chance di affermarsi al momento sono però remote. Weld è fondamentalmente un libertario che crede nelle cause liberal, dal diritto all’aborto alle nozze gay. Temi sui quali difficilmente riuscirà a far breccia nel cuore dei repubblicani conservatori. Ma almeno, sostengono alcuni osservatori, la sua candidatura è un inizio per smuovere le acque in attesa di un candidato che abbia le carte in regole per sconfiggere Trump, ancora molto popolare all’interno del suo partito. A proporsi come volto nuovo dei repubblicani è George Prescott Bush, il figlio di Jeb. Anche se al momento le sue aspirazioni si fermerebbero a una candidatura per diventare governatore del Texas, la macchina politica della dinastia Bush sembrerebbe essersi messa in moto per salvare il partito proponendo un giovane, allevato da una famiglia di presidenti. E se i repubblicani fanno i conti con Trump, ai democratici non va meglio. Il partito è sempre più spaccato come dimostrano i 18 candidati in corsa per il 2020 e le critiche delle nuove leve contro la speaker della Camera Nancy Pelosi per non aver difeso con maggior forza la deputata Ilhan Omar dagli attacchi di Trump. È Bernie Sanders però ad agitare maggiormente i democratici: il senatore ha raccolto 18 milioni di dollari nei primi tre mesi dell’anno, più di tutti gli altri candidati del suo stesso partito. Contro Sanders ci sono i fedelissimi di Hillary Clinton, ma anche molti che ritengono il senatore inadatto e già reduce dalla sconfitta del 2016.

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