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Scontri armati in Libia, scatta la controffensiva di Sarraj contro Haftar

Fayez al Sarraj lancia la controffensiva contro le milizie del generale Khalifa Haftar a sud di Tripoli e cerca di riguadagnare posizioni mentre il bilancio delle vittime di due settimane di scontri sfiora i 250 morti. Gli echi delle esplosioni sono risuonati per tutto il giorno fin nel centro della capitale libica dai fronti sud e sud-est, dove l’esercito del leader del governo di unità nazionale - secondo fonti militari - avrebbe accerchiato le forze dell’uomo forte della Cirenaica nelle aree di Wadi Rabie, a una trentina di chilometri a est di Tripoli, e Suani Beni Adem, a circa 25 chilometri a sud ovest della capitale.

«L'ordine è stato dato questa mattina presto per avanzare e guadagnare terreno», ha affermato Mustafa al-Mejii, uno dei portavoce delle operazioni militari di Sarraj. Raid aerei - ha reso noto un altro dei portavoce, Mohamad Gnounou - hanno colpito postazioni dell’Esercito nazionale libico di Haftar a sud di Gharian, 100 chilometri a sud ovest della capitale e una base ad Al-Wotya, a 50 chilometri sempre in direzione sud ovest, verso il confine con la Tunisia, in un’area controllata da milizie fedeli al generale.

Dell’avanzata delle forze governative a sud della capitale riferisce su twitter anche la Tripoli Protection Force, una coalizione di forze legate al governo di Tripoli, menzionando il grande ritiro di bande ribelli nella zona». Ma la partita è tutta aperta, anche sul fronte della propaganda. E sulla sua pagina Facebook l’esercito di Haftar, che Sarraj ha definito un «criminale di guerra», ha scritto che «le nostre forze stanno avanzando mentre le milizie del Governo di accordo nazionale si ritirano su tutti i fronti».

Secondo la testimonianza di un cameraman di un’agenzia internazionale dalla linea del fronte di Khalat Furgan, sempre a sud di Tripoli, non ci sono però spostamenti significativi nelle rispettive posizioni. Tra i due fuochi i civili continuano a cadere. Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità i morti sono 220. 77 sono bambini, ma anche donne e operatori sanitari. L’Associazione dei medici di origine straniera in Italia (Amsi) denuncia almeno 250 vittime.

Tra i 1.000 e i 1.500 i feriti e 30.200 - secondo un aggiornamento dell’Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari umanitari (Ocha) - gli sfollati a Tripoli e negli immediati dintorni. L’organismo Onu, in un 'aggiornamento flash', «condanna l'indiscriminata violenza, in particolare con attacchi di razzi» che ha interessato Tripoli e dintorni, «con sempre più zone residenziali toccate» e avverte che le priorità restano la protezione «delle persone colpite dal conflitto trasferendole in zone più sicure e la negoziazione di una tregua umanitaria attraverso la definizione di punti per l’accesso ai soccorsi».

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