Conosceva le sue vittime su un sito di incontri online e dopo averle frequentate per qualche tempo le uccideva senza pietà. Il caso di un serial killer a Cipro, un capitano dell’esercito che ha confessato 7 omicidi, ha sconvolto la comunità di questa piccola isola del Mediterraneo, inducendo alle dimissioni il ministro della Giustizia del Paese, e potrebbe portare alla luce un numero ben maggiore di vittime: fino a 30, secondo alcuni media internazionali.
Si tratta del primo caso di un omicida seriale a Cipro: il capitano Nikos Metaxas ha confessato di avere ucciso 5 donne - tutte collaboratrici domestiche straniere - e due figlie (di 6 e 8 anni) di due delle sue vittime. La vicenda ha terrorizzato gli abitanti dell’isola ed esposto un sistema di sfruttamento che permette a migliaia di donne migranti di lavorare come colf in condizioni di sostanziale schiavitù.
Il ministro della Giustizia, Ionas Nicolau, si è dimesso in seguito alle polemiche su presunte carenze della polizia nelle indagini. Tutto è cominciato il 14 aprile, quando alcuni turisti hanno trovato per caso il corpo legato di una donna - la 38enne filippina Mary Rose Tiburcio - in un pozzo minerario allagato vicino al lago tossico artificiale di Kokkinopezoula, 32 chilometri a ovest di Nicosia, che fa parte di un’ex miniera di pirite di rame.
Da qui è scattata l’indagine che ha portato all’arresto di Metaxas, prima della scoperta di un secondo corpo, quello della 28enne filippina Arian Palanas Lozano, trovato nello stesso pozzo il 20 aprile. Metaxas è stato arrestato grazie ai messaggi scritti da Tiburcio sul sito di incontri: i due si sono frequentati per 6 mesi prima della scomparsa della donna e di sua figlia di 6 anni (il cui corpo non è stato ancora trovato) nel maggio 2018.
Il capitano ha confessato di avere gettato tre delle sue vittime nel lago: domenica scorsa vi è stata trovata una valigia contenente un corpo in stato di decomposizione, mentre qualche giorno prima un altro cadavere - probabilmente quello della nepalese Ashita Khadka Bista - era stato scoperto in un poligono di tiro militare a circa 15 chilometri di distanza. Mancano quindi all’appello i corpi delle due bimbe e di una donna rumena di 36 anni, Livia Florentina Bunea, a meno che i timori di alcuni inquirenti sul numero reale delle vittime del capitano non verranno confermati dalle indagini.
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