Il ciclone più violento che si sia registrato in almeno 20 anni si è abbattuto con tutta la sua furia sull'India, con venti a 225 chilometri orari, devastando lo stato orientale dell’Orisha. Ma questa volta l’India non si è fatta cogliere di sorpresa e la gente in massa - oltre 1,2 milioni di persone - è stata portata in salvo prima, nel giro di poche ore.
Era infatti ancora troppo vivo il ricordo del ciclone violentissimo, ma almeno tre-quattro volte meno potente di Fani,
che dieci anni fa prese l’India alla sprovvista e si scatenò sul Golfo di Bengala e lo stesso stato, allora chiamata Odissa, uccidendo 10.000 persone, portandosi via interi villaggi, coltivazioni, decimando la flotta dei pescherecci. E quando Fani ha toccato terra, col suo occhio di 28 chilometri di ampiezza, l'India era pronta ad affrontarlo.
Nel giro delle scorse 36 ore, con l’incredibile capacità organizzativa che sfoggiano nelle manifestazioni religiose di
massa, nelle elezioni generali o nelle emergenze, le istituzioni indiane avevano messo in salvo, allontanandole dalla costa e dalle aree adiacenti, più di un milione e 200 mila persone. Gente strappata a case non sicure, a capanne con tetti di lamiera o di paglia, alle terre basse, ora completamente allagate, agli alberi e ai pali della luce che sono stati
sradicati, a migliaia, al passaggio del ciclone.
Gente che questa notte dormirà in uno dei 4.852 mega tendoni allestiti dall’Esercito e dalla Protezione Civile con letti e cibo. Gente che domani, probabilmente, non troverà quasi nulla della casa in cui viveva. Fani, secondo quanto riporta il Times of India, ha ucciso finora otto persone: tre, fra cui un adolescente, nel distretto di Puri, altri tre in quello di Bhubaneswar; una donna è morta colpita da un oggetto scagliato dal vento e un anziano è stato colpito da un infarto nella tenda per sfollati.
Il devastante ciclone si è abbattuto nella mattina sulla città costiera di Puri alle 8.30, ora locale, le 5 di mattina in
Italia. E non ha risparmiato nulla: le immagini della furia del vento, che, combinato con la forza dell’acqua, rovescia e trascina via un autobus, o che distrugge le finestre di un palazzo sono impressionanti. La città ne è uscita devastata, con moltissimi edifici danneggiati seriamente, compreso l’ospedale pubblico più importante, la prestigiosa università scientifica Aiims, e la stazione ferroviaria.
Dalla tarda mattinata, Fani ha cominciato a perdere velocità e intensità: secondo il Dipartimento Metereologico indiano dovrebbe raggiungere il West Bengala a 115, 110 km all’ora, lungo le coste; e quando, questa notte, toccherà Kolkata (l'ex Calcutta), dovrebbe essersi depotenziato a soli 60 chilometri orari. Anche Kolkata si è preparata per tempo: con l’aeroporto chiuso dal primo pomeriggio, e col centro che questa sera dava un’immagine quasi spettrale: strade deserte, traffico inesistente: tutte le attività sono state chiuse dal pomeriggi.
Oltre a Kolkata, l’allerta per il passaggio di Fani è stata dichiarata a sera anche in Assam, nel nord est,dove potrebbe
salire domani mattina. Una volontaria della protezione civile ha raccontato che, mentre il finimondo si abbatteva questa mattina sull'Odisha, un bambino è nato nell’ambulatorio di una piccola stazione ferroviaria: la madre lo ha battezzato con l’unico nome adatto alla giornata, Fani.
Caricamento commenti
Commenta la notizia