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La Thailandia incorona ufficialmente il suo nuovo re Vajiralongkorn

Re già dall’ottobre 2016, il sovrano thailandese Rama X ha ora anche la corona. Vajiralongkorn, il decimo re della dinastia Chakri, è stato ufficialmente proclamato nel corso di una elaborata cerimonia ispirata alla mitologia buddista-induista con i riti legati all’incoronazione che culmineranno lunedì, quando si affaccerà dal Palazzo reale.

Ma la massiccia propaganda per l’occasione fatica a nascondere le ombre che si allungano sull'era Vajiralongkorn, e che rischiano di pregiudicare la tradizionale centralità dell’istituzione monarchica di cui il «Paese dei sorrisi» va fiero. Rama X (66 anni) ha ricevuto una corona dorata di 7,3 chili e altri simboli reali, dopo una cerimonia di purificazione con acqua benedetta.

«Governerò con rettitudine per la felicità del popolo e per proteggere il buddismo», ha detto il nuovo re, che con la sua figura funge anche da patrono della religione maggioritaria nel Paese. Assieme a lui è stata proclamata regina la sua quarta moglie Suthida (40 anni), una ex assistente di volo della Thai Airways nominata poi generale e vice responsabile del suo servizio di sicurezza. L’unione tra i due è stata ufficializzata tre giorni fa.

Migliaia di thailandesi sono accorsi attorno al Palazzo reale per un evento che il regno non vedeva dal 1950, quando fu incoronato il padre di Rama X, Bhumibol. Ma la mancanza di entusiasmo è evidente, specie se confrontata con le masse accorse nelle strade nel 2006 per festeggiare i sette decenni di regno di Rama IX. Era forse l’apogeo del prestigio della corona.

Da allora, le divisioni politiche tra «gialli» convinti monarchici e «rossi» fedeli all’ex premier Thaksin Shinawatra hanno non solo lacerato il Paese, ma anche minato la visione di una Thailandia compatta nella sua adorazione della famiglia reale, in teoria al di sopra della politica. La figura di Vajiralongkorn non aiuta. Il nuovo re, che passa gran parte dell’anno in Germania, si porta dietro un bagaglio decennale di gossip sulle sue eccentricità e sulla sua burrascosa vita sentimentale.

La sua immagine è protetta dalla legge di lesa maestà più severa al mondo, ma è chiaro che l’aura semi-divina del padre Bhumibol non si è trasferita su di lui. E in particolare le nuove generazioni, cresciute con un Bhumibol debilitato, vedono la monarchia con più distacco. Anche prima di essere incoronato, la volontà di Vajiralongkorn di lasciare un segno era però evidente. Ha accentrato su di sé alcuni poteri di nomine, assumendosi anche la gestione del ricchissimo Ufficio immobiliare della corona.

La sua scelta di simboli segnala una nostalgia per l’epoca e i riti della monarchia assoluta, finita nel 1932. Nelle gerarchie militari sono stati promossi ufficiali a lui graditi, e alla vigilia delle elezioni di marzo Rama X ha esortato la
popolazione a votare per «brave persone», parole che indicano l'establishment. Nell’incertezza del post-voto, in attesa della distribuzione ufficiale dei seggi, si mormora che il premier Prayuth Chan-ocha potrebbe essere rimpiazzato da qualcuno più gradito al sovrano. Il rischio è che la monarchia si rafforzi nel breve termine, a scapito però del suo prestigio nel lungo periodo.

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