Lunedì 23 Dicembre 2024

A Istanbul si rivota, negata la vittoria all'opposizione

Erdogan

Un colpo di spugna per cancellare la storica sconfitta di Erdogan a Istanbul. Con una clamorosa decisione, la Commissione elettorale suprema della Turchia (Ysk) ha deciso di annullare le elezioni amministrative del 31 marzo scorso, in cui il candidato dell’opposizione Ekrem Imamoglu aveva strappato dopo un quarto di secolo la guida della megalopoli sul Bosforo ai conservatori islamici. Con una maggioranza di 7 voti contro 4, i giudici hanno accolto i ricorsi dell’Akp del presidente Recep Tayyip Erdogan e dei suoi alleati nazionalisti del Mhp, che per settimane hanno denunciato presunti brogli. La mossa è stata ufficializzata dopo la chiusura delle borse ma ha subito allarmato i mercati, con pesanti perdite per la lira turca. Il ritorno alle urne è stato fissato per il 23 giugno, dopo le festività che concludono il mese sacro islamico del Ramadan, iniziato ieri. Una decisione che rischia di far piombare la Turchia nel caos. Il partito di Imamoglu, il socialdemocratico Chp, annuncerà le sue mosse in una conferenza stampa convocata domani mattina ad Ankara. Ma in piena bufera, il sindaco esautorato non ha perso la consueta pacatezza, comparendo in diretta sui social media a una cena per la rottura del digiuno del Ramadan: «Non perdiamo la speranza. Se restiamo uniti, tutto andrà per il meglio». Nelle prossime ore, gli occhi saranno tutti puntati sul semi-sconosciuto amministratore di una municipalità di Istanbul che in poche settimane era riuscito a conquistare consensi fino a superare sul filo di lana il peso massimo catapultato da Erdogan nella contesa elettorale, l’ex premier Binali Yildirim. La sua vittoria era stata confermata dopo quasi tre settimane di estenuanti riconteggi, fino a decretarne l’elezione per 13.729 preferenze. Venti giorni fa, Imamoglu aveva assunto formalmente la carica di sindaco ricevendo il certificato di elezione, che ora gli sarà revocato. La scelta odierna lascia comunque forti ombre sull'indipendenza dell’Ysk, già duramente criticato in passato dalle opposizioni per aver avallato sospette irregolarità a favore di Erdogan nelle urne - famoso è il caso delle schede senza timbro accettate nel referendum del 2017 sul presidenzialismo. Riparte così una sfida elettorale che rappresenta forse il più grande azzardo della carriera politica del presidente turco. A Istanbul, nel 1994, la sua elezione a sindaco ne segnò l’ascesa. E a Istanbul oggi ha deciso di non essere pronto a rinunciare, a qualsiasi costo.

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