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L'Indonesia rimanda agli Usa 5 container di rifiuti: "Non siamo discarica"

Porto di Surabaya

L’Indonesia, come aveva promesso nelle scorse settimane, ha rimandato negli Stati Uniti cinque container di rifiuti, avvertendo che non diventerà «una discarica». Secondo le bolle doganali, nei container doveva esserci solo carta ma secondo l’alto funzionario del ministero dell’Ambiente, Sayid Muhadhar, vi erano anche altri rifiuti, tra cui bottiglie di plastica e pannolini. «Non è un comportamento appropriato, non vogliamo essere una discarica», ha spiegato Muhadhar.

I cinque container - di proprietà di una società canadese - erano stati spediti da Seattle negli Stati Uniti alla seconda città più grande dell’Indonesia, Surabaya, a fine marzo, ha aggiunto Muhadhar. Non è chiaro da dove provenisse la spazzatura.

L’Indonesia sta attualmente esaminando diversi altri contenitori nel porto di Giacarta e nella città di Batam, sull'isola di Sumatra. Ed è solo l’ultimo dei Paesi a restituire al mittente i rifiuti importati: nei mesi scorsi lo hanno già fatto la Malaysia e le Filippine.

Manila ha preparato tonnellate di rifiuti arrivati dal Canada per rimandarli indietro, scatenando uno scontro diplomatico tra i due Paesi. Per anni la Cina ha ricevuto la maggior parte dei rifiuti di plastica da tutto il mondo, ma l’anno scorso ha chiuso le porte nel tentativo di ripulire il suo ambiente. Da allora, enormi quantità di rifiuti sono state reindirizzate verso il Sud-Est asiatico, comprese Malaysia, Indonesia e, in misura minore, le Filippine. Ogni anno vengono prodotte circa 300 milioni di tonnellate di plastica. Di cui, secondo il Wwf, gran parte finisce nelle discariche o nei mari.

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