Donald Trump e Xi Jinpuing si sono accordati per rilanciare i negoziati sul commercio e «almeno per il momento» non ci saranno tariffe aggiuntive da parte degli Stati Uniti alle esportazioni cinesi. La decisione è giunta al termine dei colloqui tra Cina e Stati Uniti a margine del vertice del G20 di Osaka, in Giappone, che hanno visto faccia a faccia per oltre un’ora il presidente Usa e quello cinese.
Quello con Xi è stato un incontro «eccellente», ha detto Trump al termine, e le relazioni tra Washington e Pechino sono «tornate in carreggiata». Un ottimismo più cauto quello del presidente cinese, Xi Jinping, che in apertura dei colloqui, aveva avvertito che «entrambi» perderanno «in uno scontro» e che, quindi, «il dialogo è meglio».
La prima a dare la notizia della ripresa dei negoziati interrottisi il 10 maggio scorso, a causa del mancato consenso sul testo finale dell’accordo sul commercio, è stata l’agenzia ufficiale cinese Xinhua. La conferma da parte americana è arrivata poche ore dopo dal presidente Usa, che ha ribadito la propria stima nei confronti del presidente cinese, definendolo «un uomo e un leader brillante» nel corso della conferenza stampa al termine del G20. Dunque è tregua, almeno per il momento. Trump minacciava di imporre dazi, inizialmente al 10%, su 325 miliardi di dollari di esportazioni cinesi, che si sarebbero aggiunti ai 250 miliardi di dollari di prodotti cinesi già oggi sottoposti a tariffe del 25%. La Cina, in cambio, comprerà prodotti agro-alimentari dagli Stati Uniti, ha detto Trump, senza specificare un ammontare.
L’incontro a margine del summit, considerato tra i più importanti degli ultimi anni, era particolarmente atteso dai mercati. In ballo anche la questione legata al gigante cinese delle telecomunicazioni Huawei, che è stata rimandata al termine dei negoziati. Trump ha però annunciato che i gruppi statunitensi potranno continuare a vendere i loro prodotti al gruppo di Shenzhen. «Stiamo parlando di attrezzature in cui non c'è un grande problema di emergenza nazionale», ha precisato a una delle tante domande rivoltegli sul gigante cinese delle telecomunicazioni.
Trump non ha specificato se Huawei (con altre 68 affiliate) verrà rimossa dalla lista nera del Dipartimento del Commercio, ma nei prossimi giorni - ha indicato martedì come data possibile - la questione delle restrizioni al gruppo potrebbe essere affrontata durante un incontro al Dipartimento del Commercio. Negli ottanta minuti di colloquio con Xi non c'è stato, invece, spazio per discutere l’altro versante della disputa che vede al centro Huawei, quella che riguarda la direttrice finanziaria del gruppo, Meng Wanzhou, arrestata a dicembre scorso in Canada su richiesta degli Stati Uniti, che ne chiedono l’estradizione con l’accusa di violazione delle sanzioni all’Iran, e fonte di un raffreddamento nelle relazioni diplomatiche tra Cina e Canada. «Non lo abbiamo discusso», ha confermato il presidente Usa in conferenza stampa. «Abbiamo discusso Huawei, ma non questa situazione».
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