La pacificazione in Siria, che ancora non trova una via definitivamente praticabile.
La situazione in Ucraina, che preoccupa particolarmente la Santa Sede e che domani e sabato vedrà riunita in Vaticano la tenace Chiesa greco-cattolica locale. La perdurante crisi in Venezuela.
La salvaguardia del pianeta e i mutamenti climatici, altro tema in primo piano nell’agenda dell’attuale Pontificato.
Sono alcuni dei contenuti del colloquio di quasi un’ora tra papa Francesco e Vladimir Putin, terzo incontro tra i due in Vaticano dopo quelli del novembre 2013 e giugno 2015 e addirittura sesta udienza papale per il presidente russo se si considerano anche Giovanni Paolo II e Benedetto XVI.
«Grazie per il tempo che mi ha dedicato e per il discorso molto sostanzioso e interessante», ha detto Putin congedandosi dal Pontefice, che gli ha risposto «preghi per me», e prima di recarsi con il suo seguito all’altro incontro con il segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin. Ma questa nuova visita del presidente russo in Vaticano, con i suoi «cordiali colloqui» in cui sono state anche affrontate «alcune questioni di rilievo per la vita della Chiesa cattolica in Russia» - spiega il comunicato della Santa Sede - è stata inoltre l’occasione per esprimere «da ambo le parti soddisfazione per lo sviluppo delle relazioni bilaterali, ulteriormente rafforzatesi con la firma di un protocollo di intesa riguardante la collaborazione tra l’Ospedale Bambino Gesù e gli Ospedali pediatrici della Federazione Russa».
Una sorta di 'diplomazia della sanità', quella di cui si fa protagonista la Santa Sede con il suo prestigioso presidio
pediatrico, visto il Memorandum d’intesa siglato questo pomeriggio nella sede di San Paolo fuori le Mura dal ministro della Salute della Federazione russa, Veronika Skvortsova, e dall’assessore alla Segreteria di Stato, mons. Paolo Borgia, «per potenziare la collaborazione bilaterale nell’ambito dell’assistenza medica e della ricerca scientifica».
Come nelle due precedenti occasioni, anche oggi Putin è arrivato in Vaticano, direttamente da Fiumicino, in forte
ritardo, quasi un’ora sulla tabella. E dopo l’iniziale e calorosa stretta di mano e il colloquio in privato nella Sala della Biblioteca, il clima di cordialità è stato evidente anche nello scambio dei doni. Putin ha regalato al Papa il libro fotografico e il dvd del film 'Sin' (Il peccato) su Michelangelo girato dal regista russo Andrej Konchalovskij: «E' uno dei nostri registi più famosi - ha detto -. Ha vissuto in Italia facendo questo film su Michelangelo. Mi ha chiesto di dirle se ha qualche minuto per vederlo». Putin ha offerto al Pontefice anche un’icona dei santi Pietro e Paolo: «Voi li festeggiate il 29 giugno, noi il 12 luglio».
Francesco ha ricambiato col medaglione che commemora i cento anni dalla fine della Prima Guerra Mondiale e un’acquaforte del 1739 con Piazza San Pietro e la Basilica, «perché lei non dimentichi Roma». Quindi i documenti della Giornata della Pace, la Fratellanza umana, la santità (Gaudete et exsultate), i giovani (Christus vivit).
Al termine, il portavoce Alessandro Gisotti ha parlato di «sincera e gioiosa soddisfazione del Santo Padre». Ma perché, anche oggi, non è stato possibile un invito di Putin al Papa a visitare la Russia? Lo ha chiarito l’ambasciatore presso la Santa Sede, Alexander Avdeev: «È una questione di rapporti tra le due Chiese. I rapporti sono stati interrotti per mille anni, le due Chiese non sono psicologicamente pronte per questo passo. Credo che ci vorrà qualche anno. E’ un processo step-by-step, ma sono sicuro che tra qualche anno il Papa visiterà Mosca».
Caricamento commenti
Commenta la notizia