A 17 giorni dalla fuga del boss della 'Ndrangheta dal carcere centrale di Montevideo, le autorità uruguaiane hanno ammesso che di fatto le indagini finora svolte non hanno dato risultati. Lo riferisce il portale di notizie La Red21 di Montevideo. Rispondendo a domande di parlamentari, il ministro dell’Interno uruguaiano Eduardo Bonomi ha indicato che «si presume che la fuga di Morabito abbia avuto un carattere doloso», nel senso che vi può essere stata complicità da parte del personale carcerario, che è stato sottoposto «a varie procedure amministrative». Il boss della cocaina, che era in attesa di estradizione in Italia, è fuggito dalla sua cella intorno alla mezzanotte del 23 giugno insieme a tre altri reclusi, catturati dalla polizia nei giorni successivi. Di Morabito, invece, si sono perse completamente le tracce e non si esclude che possa essersi trasferito nel vicino Brasile. Bonomi si è presentato ieri insieme al capo della polizia nazionale, Mario Layera, davanti alla Commissione di sicurezza del Senato per rispondere a domande sulla fuga e sullo stato delle indagini. L’unico elemento emerso durante questa riunione è che gli inquirenti seguono la pista della partecipazione di personale del carcere nell’evasione di Morabito e dei suoi complici. Per questo per il momento è stata sospesa dal servizio la direttrice del carcere, Mary Gonzálezmentre, e si è dimesso il direttore dell’Istituto nazionale di riabilitazione, Alberto Gadea.