La madre di Louisa Vesterager Jespersen, che aveva 24 anni quando venne uccisa in una tenda nelle montagne dell'Atlante insieme con la sua amica, la norvegese Maren Uenald, 28 anni, aveva scritto nei giorni scorsi una lettera in cui chiedeva la pena di morte. E' stato l'avvocato ingaggiato dalla famiglia, Khalil al Fataoui, a leggere le parole della donna in udienza, la quale sostiene che solo la condanna a morte potrà alleviare le sue sofferenze. La signora ha riconosciuto che nel suo Paese la pena di morte è stata abolita, ma chiedeva che venisse applicata in questo caso, sapendo che la pena è nel codice penale marocchino, anche se dal 1993 c'è una moratoria "de facto" sulla sua attuazione. Lo stesso procuratore aveva chiesto la pena di morte per i tre accusati, ritenuti appartenere a gruppi jihadisti e che registrarono in un video il loro efferato crimine che poi fecero circolare su Internet. Lo stesso avvocato Fataoui si era pronunciato a favore della pena di morte in un'intervista al quotidiano norvegese Dagbladet, lo scorso maggio: "I quattro principali accusati non sono esseri umani, sono criminali che si comportano peggio che gli animali: meritano la pena di morte e sono sicuro che l'avranno. La maggioranza dei marocchini ritiene che i responsabili dell'assassinio delle due turiste saranno puniti con la morte".