Lunedì 18 Novembre 2024

Allarme terrorismo, restano sospesi i voli British Airways diretti al Cairo

Resta l’allarme terrorismo sulle rotte da e verso il Cairo, almeno per i passeggeri della British Airways, che conferma lo stop di tutti i suoi collegamenti con la capitale egiziana per una settimana. Mentre si ridimensiona per quelli della Lufthansa, che ieri aveva seguito a stretto giro la compagnia britannica, limitando però a un solo giorno la misura cautelare motivata da generiche «precauzioni di sicurezza». Sull'onda di queste allerte l’Associazione Nazionale Piloti ha intanto fatto richiesta ad Alitalia ed Enac di sospendere immediatamente tutti i voli verso il Cairo. Il vettore tedesco ha annunciato oggi la ripresa delle partenze dei suoi aerei in decollo da Francoforte o da Monaco in direzione dello scalo cairota, precisando soltanto che le verifiche sulla sicurezza continueranno a essere aggiornate di ora in ora. Mentre da Londra la sospensione dei voli BA permane totale fino a domenica prossima, a dispetto delle garanzie e di qualche reazione irritata giunte dell’Egitto per il repentino nuovo innalzamento dell’allerta riecheggiato dall’Europa. La decisione della compagnia di bandiera del Regno Unito, la prima a essere formalizzata sabato sera, è piovuta in effetti tra capo e collo sui passeggeri, con l’ufficializzazione dell’ultimo minuto della cancellazione d’un volo da Heathrow per la capitale egiziana. Ed è sembrato aver colto di sorpresa le stesse autorità egiziane, sulla base di riferimenti per il momento generici a potenziali minacce i cui dettagli specifici appaiono misteriosi. «Noi riesaminiamo costantemente gli accorgimenti sulla sicurezza dei nostri aeroporti in giro per il mondo e abbiamo sospeso i collegamenti con il Cairo per sette giorni a scopo precauzionale, in modo da consentirci ulteriori valutazioni», è stata l’unica spiegazione fornita a caldo da un portavoce della British citato dalla Bbc. Accompagnata da una sottolineatura di rito: «La tutela e la protezione dei passeggeri e degli equipaggi sono sempre una priorità per noi e non non faremmo mai volare un aereo a meno che non sia sicuro». A pesare è del resto l’avvertimento arrivato venerdì un pò alla chetichella sul sito del Foreign Office, che aggiornando le raccomandazioni ai sudditi di Sua Maestà in viaggio per l’Egitto aveva emesso un’allerta sugli «accresciuti rischi di terrorismo contro l’aviazione», non senza annunciare «misure di sicurezza addizionali sui voli in partenza» da quel Paese verso il Regno. Un monito cui fa da sfondo la tensione in Medio Oriente fra Iran e Usa e Iran e Occidente, innescata tra l’altro dalla 'guerra delle petroliere' con il sequestro del cargo britannico Stena Impero appena compiuto dai Pasdaran nello Stretto di Hormuz - e testimoniato ora da video e registrazioni audio - in risposta a quello della nave iraniana Grace 1 avvenuto 15 giorni fa ad opera dei Royal Marines al largo di Gibilterra: scontro che in realtà non risulta aver a che fare con gli sviluppi egiziani, ma rimane comunque in pieno stallo, come conferma in queste ore l’ambasciatore di Teheran a Londra Hamid Baeidinejad, accreditando al suo Paese d’esser «pronto a qualunque scenario». L’Egitto, dove il governo del presidente ed ex generale Abdel Fattah el-Sisi contrasta con il pugno di ferro il jihadismo come ogni opposizione (islamica e non), è d’altronde teatro ricorrente di suo di sanguinosi attentati terroristici. Inclusa la strage del volo 9268 della compagnia russa Metrojet (224 i morti), disintegratosi nei cieli del Sinai il 31 ottobre 2015 mentre portava a San Pietroburgo turisti di rientro da Sharm el-Sheikh, sul Mar Rosso. Una vicenda ricondotta più tardi dalle indagini alla probabile esplosione di una bomba a bordo, collocata nello scalo di Sharm e rivendicata dall’Isis.

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