Boris Johnson - 55 anni, paladino della Brexit, ex ministro degli Esteri e già sindaco di Londra - ha stravinto secondo pronostico la sfida col suo successore al Foreign Office, il 52enne Jeremy Hunt, ottenendo oltre 90.000 voti contro gli oltre 40.000 nel ballottaggio affidato ai 160.000 iscritti del Partito Conservatore britannico. Il risultato è stato introdotto dal presidente del partito, Brandon Lewis. Il nuovo leader assumerà da domani anche la guida del governo, dopo che Theresa May avrà formalizzato le sue dimissioni da premier nelle mani della regina. La convocazione a Buckingham Palace per ricevere dalla stessa sovrana l’incarico di formare una nuova compagine è prevista nel pomeriggio di domani e a seguire Johnson entrerà a Downing Street. Secondo il sistema britannico, non è previsto un voto di fiducia, salvo che a chiederlo sia il leader dell’opposizione, in questo momento il laburista Jeremy Corbyn. Scenario rinviato presumibilmente a dopo la pausa estiva del Parlamento, visto che Westminster chiuderà i battenti giovedì 25 per riaprirli il 3 settembre. «Attuare la Brexit, unire il Paese, sconfiggere Jeremy Corbyn». Sono questi gli obiettivi indicati da Boris Johnson nel discorso della vittoria dopo la sua elezione a leader Tory e prossimo premier britannico. Johnson ha ribadito di voler portare a termine l’uscita del Regno dall’Ue «il 31 ottobre», ha parlato della necessità di «ridare energia» al Paese e al partito, di essere positivi, e ha assicurato di non aver paura «della sfida».