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Naufragio di migranti in Libia, il mare restituisce decine di corpi

Foto archivio

Sono decine i corpi recuperati dalla Guardia costiera libica all’indomani del naufragio di due imbarcazioni al largo delle coste libiche. Lo riferiscono le autorità di Tripoli, secondo le quali sono 116 i dispersi nel naufragio di ieri.

Intanto, l’Unhcr denuncia che 84 sopravvissuti al disastro sono stati trasferiti nel centro di detenzione di Tajoura, nei pressi di Tripoli, lo stesso del bombardamento aereo di inizio mese in cui rimasero uccisi almeno 50 rifugiati.

«Abbiamo seguito quello che è accaduto» ieri nel Mediterraneo «e per la Commissione è un terribile promemoria del rischio che affrontano i migranti in questo viaggio pericoloso per l’Europa».

Così una portavoce della Commissione europea a chi le chiedeva commenti sul naufragio avvenuto ieri al largo della Libia. «Anche una sola vita persa è troppo - ha aggiunto - e il nostro obiettivo è prevenire la perdita di vite umane in mare».

Ed è di questa mattina una richiesta d’aiuto partita da una barca con a bordo una sessantina di persone che si trovava a sud di Malta. Lo fa sapere Alarm Phone, spiegando che i migranti hanno informato di aver passato oltre 40 ore in mare.

«L'ultimo contatto - spiega il servizio telefonico - è avvenuto 3 ore fa ed i passeggeri non sono riusciti a mandarci
la posizione gps. Le autorità maltesi sono state informate. Siamo molto preoccupati per la loro sicurezza dopo tante ore passate in mare. Speriamo che la gestione europea dei confini non abbia prodotto un’altra tragedia».

 

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