Una festa che si trasforma in tragedia. Sono passate da poco le 17.40 quando Santino William Legan, 19enne di origini italo-iraniane simpatizzante 'suprematista', apre il fuoco con un fucile d’assalto durante il Gilroy Garlic Festival, una delle maggiori manifestazioni dedicate al cibo negli Stati Uniti. Il bilancio è di tre morti, fra cui un bambino di sei anni, e almeno 15 feriti. Il killer è stato ucciso poco dopo essere entrato in azione e la polizia è a caccia di un possibile complice. L’incidente in California riporta alla ribalta il dibattito sulle armi dopo un fine settimana di sangue negli Usa, con sparatorie anche a Brooklyn e a Philadelphia. Donald Trump definisce il killer un «assassino malvagio» e, ringraziando le forze dell’ordine, assicura: «continueremo a lavorare per tutelare la sicurezza di tutti». Chiedono compatti di mettere fine all’«epidemia di violenza delle armi» i candidati democratici alla Casa Bianca. «Il nostro corrotto sistema politico, che è controllato dalla lobby delle armi, si deve svegliare» dice Bernie Sanders. «Questa violenza non è normale» osserva Joe Biden. Proprio le armi sono destinate a essere uno dei temi chiave del secondo dibattito dei democratici, in calendario il 30 e 31 luglio a Detroit. Il festival dell’aglio di Gilroy si stava avviando alla conclusione, doveva chiudere alle 18.00, quando Legan ha aperto il fuoco. I primi allarmi hanno raggiunto la polizia alle ore 17 e 40, e gli agenti sono stati in grado di intervenire dopo appena un minuto. Identificato il killer lo hanno colpito e ucciso. Legan sarebbe riuscito a entrare al festival tagliando parte della recinzione dell’area. La polizia, in base alle testimonianze raccolte, è a caccia di un secondo uomo che potrebbe aver aiutato il killer nel suo gesto folle. «Sparava in tutte le direzioni, anche tre o quattro colpi al secondo» racconta la testimone Julissa Contrera. I video pubblicati mostrano scene di panico, con gente che scappa fra i colpi scambiati inizialmente, riferiscono alcuni presenti, con fuochi di artificio. «Ho visto molte persone a terra, ne ho aiutate alcune» dice Maximo Rocha, presente al festival come volontario. «C'era sangue dappertutto» aggiungono altri testimoni. Il piccolo Stephen Romero, la vittima di sei anni, è stato raggiunto da un colpo alla schiena, dice in lacrime il padre, Alberto Romero. Ferita allo stomaco invece la mamma. Poco prima del gesto folle Legan aveva pubblicato sul suo scarno account Instagram di soli tre post un’immagine del festival dell’aglio. In un altro post il ragazzo fa riferimento al libro 'Might Is Right', scritto nel 1890 con lo pseudonimo di Ragnar Redbeard. Un volume di principi misogini e razzisti, che proclama la superiorità della razza anglosassone. Legan, secondo quanto riferito da alcuni testimoni, indossava una maglietta verde e un fazzoletto grigiastro, forse una bandana, intorno al collo. I primi colpi li ha sparati poco prima dell’esibizione della band Tin Man. Il cantante Jack van Breen ricorda come, mentre sparava, qualcuno nascosto per sfuggire alla sua follia gli ha chiesto: «Perché lo fai?». La risposta è stata: «Perché sono arrabbiato». Una rabbia che ha sfogato con una strage.