Lunedì 18 Novembre 2024

Libia, il governo di Tripoli chiude tre centri di detenzione per migranti

Il governo di Tripoli ha deciso la chiusura di tre centri di detenzione per migranti nell'ovest del Paese. L'annuncio è arrivato dal ministro dell'Interno libico del governo di unità nazionale, Fathi Bachagha. I centri chiusi sono quelli di Misurata, Khoms e soprattutto di Tajoura, lo stesso colpito da un raid aereo delle forze del maresciallo Khalifa Haftar che ha fatto strage tra i migranti causando la morte di almeno 53 persone. I responsabili dei centri sono già stati avvertiti e hanno avviato le procedure per l'espulsione dei migranti. Contestualmente alla chiusura delle strutture, il ministero dell'Interno libico ha diramato una dura nota di condanna contro l'inviato speciale dell'Onu Ghassan Salamé, finito nella bufera dopo il suo ultimo briefing, lunedì scorso, davanti al Consiglio di sicurezza dell'Onu. Il diplomatico ha fatto "disinformazione" e comunicato "notizie errate": nel mirino le dichiarazioni di Salamé che ha accusato le guardie del centro di detenzione di Tajoura di aver contribuito al massacro dei migranti, aprendo il fuoco su chi tentava di fuggire dopo il raid aereo. E il tema dell'immigrazione clandestina è stato al centro dell'incontro a Tripoli tra il vicepresidente del Consiglio presidenziale libico, Ahmed Maitig, e l'ambasciatore d'Italia, Giuseppe Buccino. L'ambasciatore - si legge in una nota dell'ufficio stampa dell'esecutivo libico - ha sottolineato le preoccupazioni del governo italiano per fermare gli attacchi sulla capitale che hanno preso di mira i civili, riferendosi anche al bombardamento del centro per i rifugiati di Tajoura, e sottolineando che si tratta di una violazione delle condizioni umanitarie e di sicurezza. I libici hanno incassato i complimenti del diplomatico, che ieri ha visitato le forze navali, perché l'azione di contrasto all'immigrazione clandestina da parte di Tripoli ha "dimezzato" il flusso verso l'Italia. Intanto, continuano sporadici i combattimenti tra le forze governative e quelle di Haftar, che ha lanciato il 4 aprile scorso un'offensiva per la conquista di Tripoli che segna vistosamente il passo e che i militari fedeli a Sarraj sono finora riusciti a contenere e respingere.

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