Alla fine Joseph Epstein non ha retto alla vergogna, allo scandalo. O forse, come adesso dicono alcune delle sue vittime di abusi sessuali, ha voluto sfidarle con un ultimo «atto di egoismo», per evitare il processo e una condanna pesantissima, fino a 45 anni di carcere.
Lo hanno trovato impiccato nella sua cella, di primo mattino, e i tentativi di soccorrerlo e rianimarlo del personale del Manhattan Correctional Center (lo stesso in cui è recluso El Chapo) sono stati vani. Il miliardario investitore newyorkese, accusato di pedofilia e traffico di minori, è stato dichiarato morto appena giunto in ospedale.
Poche ore prima erano state date in pasto alla stampa le carte depositate presso la corte che avrebbe dovuto giudicarlo, con i dettagli più imbarazzanti e più scabrosi emersi durante le indagini grazie alle testimonianze delle vittime.
Decine di donne adescate e trasformate in «schiave del sesso», alcune anche all’età di 14 anni, pronte a soddisfare ogni desiderio del magnate che - si legge tra l’altro - pretendeva tre orgasmi al giorno e prediligeva le orge organizzate nella sua townhouse da sogno nel ricchissimo Upper East Side di Manhattan o nella sua reggia di Palm Beach in Florida, a due passi dal resort di Mar-a-Lago di Donald Trump.
Non si esclude che siano state tante le personalità invitate a partecipare ai festini o a godere dei «servizi» di quelle
ragazze che venivano adescate anche davanti alle scuole. Se ne occupava un’assistente, Ghislaine Maxwell, mentre un fedelissimo maggiordomo rimetteva in fretta tutto a posto, senza lasciare tracce. E nel dossier in mano ai magistrati spunta di nuovo il nome del principe Andrea, figlio della regina Elisabetta e duca di York.
La testimone principe del caso Epstein, Virginia Roberts Giuffre, racconta che fu costretta ad atti sessuali con il principe nel 2001, quando aveva 16 anni. E un’altra donna, Joanna Sjoberg, lancia le stesse accuse, mentre alcune immagini la ritrarrebbero in braccio al duca di York che la tocca su un divano in un appartamento di Londra, di proprietà dell’assistente-adescatrice di Epstein.
L’ira di Buckingham Palace attraverso le dichiarazioni di un suo portavoce: «Questa vicenda riguarda solo un procedimento in corso negli Usa del quale il duca di York non è parte. Ogni illazione su comportamenti inappropriati con donne minorenni è completamente falsa».
Proprio sulle frequentazioni molto potenti di Epstein si è concentrata parte delle indagini degli investigatori: perchè
anche se oggi tutti prendono le distanze, il nome del finanziere è stato di volta in volta associato negli anni a Bill Clinton, a Donald Trump, al miliardario Les Wexner, proprietario di Victoria Secret, e altre personalità del mondo della politica e della finanza.
Una rete di rapporti cerata negli anni nonostante lo stile di vita esagerato e libertino di Epstein, che possiede un Boeing 747 privato, diversi elicotteri e auto di lusso, un’isola privata nelle Virgin Island e sei residenze da sogno
sparse in tutto il mondo, compresi un mega appartamento a Parigi e un ranch in New Mexico.
Intanto infuria la polemica su come sia potuto accadere il suicidio. Intollerabile in un penitenziario federale, tuona il ministro della giustizia americano William Barr che ha ordinato un’indagine condotta anche dall’Fbi, per accertare anche eventuali responsabilità. Perchè dalle prime indiscrezioni emerge come Epstein non fosse più sotto sorveglianza speciale nonostante il mese scorso abbia già tentato di togliersi la vita in cella.
Pochi giorni dopo il suo arresto sulla pista dell’aeroporto di Teterboro, nello stato di New York, dove era atterrato col suo jet privato di ritorno da una vacanza a Parigi. Gli furono negati gli arresti domiciliari, nonostante si sia dichiarato fin dall’inizio innocente: tutte le relazioni con le vittime sono state consenzienti, affermano i suoi legali, e Epstein non sapeva che alcune delle ragazze fossero minorenni. Ma il tempo per accertarlo è scaduto.
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