La Spianata della Moschee a Gerusalemme - che per gli ebrei è il Monte del Tempio - è tornata oggi a fare da scenario a nuove violenze. Da parte palestinese i feriti sono stati una sessantina, secondo la Mezzaluna Rossa. Anche alcuni agenti israeliani hanno necessitato di cure. Ad innescare gli incidenti - condannati dall’Autorità nazionale palestinese, dalla Giordania e anche dall’Iran - è stata una circostanza fortuita: la concomitanza della Festa islamica del Sacrificio col digiuno ebraico del 9 del mese di Av, che ricorda la distruzione del Tempio di Gerusalemme nel 586 a.C ad opera di Nabuccodonosor e, nella identica data, nel 70 d.C., per mano dei legionari di Tito. Di prima mattina 60 mila fedeli islamici (secondo la polizia) si sono raccolti nella Spianata per celebrare l’inizio della Festa e per impedirvi l’accesso ai fedeli ebrei. Migliaia di ebrei erano intanto in preghiera nella sottostante spianata del Muro del Pianto. Parte di loro insisteva a gran voce per poter ascendere sulla Spianata. Presa fra due fuochi, in un primo tempo la polizia ha vietato l'ingresso degli ebrei indignando la destra nazionalista che - in atmosfera preelettorale - ha subito attaccato il premier Benyamin Netanyahu. Malgrado ciò una folla di palestinesi si è egualmente scontrata con gli agenti che, per disperderla, hanno fatto ricorso a gas lacrimogeni, a granate assordanti e a proiettili rivestiti di gomma. Per circa un’ora la Spianata - nella solennità del Festa del Sacrificio - si è trasformata in un campo di battaglia. Ma quando la calma è tornata, la polizia ha cautamente aperto il cancello della porta dei Mughrabi e ha autorizzato l’ingresso di piccole comitive di ebrei. Complessivamente ne sono entrati 1.700. Nonostante le difficoltà, più dell’anno scorso. Intanto la tensione resta elevata al confine fra Gaza ed Israele dove stamane un uomo armato è stato ucciso dall’esercito dopo che aveva aperto il fuoco sui soldati. Il giorno prima anche un commando palestinese era stato intercettato sul confine mentre stava per lanciare un pesante attacco in territorio israeliano. Hamas si è detto estraneo a questi episodi, affermando che si trattava di iniziative locali di giovani «indignati per i crimini di Israele». Hamas conferma dunque di essere interessato a mantenere una tacita tregua sul confine. Eppure Israele dubita che i servizi di sicurezza di Hamas - a cui attribuisce un controllo totale su quanto avviene nella Striscia - siano stati colti di sorpresa dagli attacchi sul confine: quattro episodi in meno di un mese. L’esercito sta anche verificando se elementi di Hamas a Gaza siano coinvolti nella uccisione di un soldato trovato morto giovedì in Cisgiordania. Uno dei due palestinesi catturati ieri per quell'attacco risulta essere appunto un militante di Hamas.