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Corea del Nord, lanciati altri due missili nel mar del Giappone

La Corea del Nord ha effettuato altri due lanci di missili in mare: lo hanno reso noto i Capi di stato maggiore congiunti della Corea del Sud. Secondo Seul, i missili sono stati lanciati da una zona sulla costa occidentale del Paese.

I militari sudcoreani hanno precisato successivamente che la Corea del Nord ha lanciato due missili, che hanno percorso circa 230 chilometri - raggiungendo un’altitudine massima di 30 chilometri - prima di finire nelle acque del mar del Giappone. I Capi di stato maggiore congiunti della Corea del Sud non hanno specificato se si è trattato di missili balistici.

La Corea del Sud sollecita il Nord a sospendere il lancio di missili o di proiettili di vario tipo, esprimendo preoccupazione su mosse che potrebbero portare a una escalation delle tensioni militari sulla penisola. È il messaggio ribadito al termine della riunione d’urgenza del Consiglio sulla sicurezza nazionale convocato dall’Ufficio della Presidenza sudcoreana.

Il meeting, presieduto da Chung Eui-yong, a capo dell’Ufficio sulla sicurezza nazionale della Presidenza sudcoreana, ha permesso di effettuare una «revisione generale delle condizioni sulla sicurezza militare», ha riferito l’agenzia Yonhap.

Le «provocazioni» del Nord, ripartite da luglio, sono state motivate come una risposta alle esercitazioni militari congiunte di agosto di Seul e Washington. Mentre, sulle mosse odierne, lo scopo è avere una verifica specifica di quanto effettivamente lanciato, mantenendo lo stretto coordinamento con le autorità della difesa degli alleati.

La Corea del Nord però non vuole tenere colloqui con la Corea del Sud, definendo «senza senso» l’ipotesi di riavviare un dialogo diretto alla fine delle esercitazioni militari congiunte di Seul con gli Usa. Pyongyang, a poche ore dalle aperture ribadite dal presidente Moon Jae-in in occasione della cerimonia del 15 agosto, giorno che nel 1945 mise fine all’occupazione nipponica sulla penisola, chiude la porta a ogni contatto.

«Non abbiamo altro di cui parlare con le autorità del Sud e non abbiamo intenzione di sederci ancora a un tavolo», ha detto un portavoce del Comitato per la riunificazione pacifica della Corea in una dichiarazione rilanciata dall’agenzia ufficiale Kcna. Lo stesso Moon è stato definito un «ragazzo impudente difficile da trovare» che è anche
«sopraffatto dalla paura».

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