Il comunicato del carcere di massima sicurezza di Nashville informa in un macabro burocratese che l’elettrocuzione è stata eseguita. Dietro quel termine c'è l'orrore della sedia elettrica, sulla quale in un istante è stata stroncata la vita di un detenuto da oltre 30 anni nel braccio della morte.
Nello stato del Tennessee è la seconda esecuzione dal 2018 ad essere portata a termine con questo metodo che le associazioni per i diritti umani definiscono
"barbaro" e «inumano». Eppure a sceglierlo è stato proprio Stephen West, 56 anni, condannato nel 1986 per un duplice omicidio che ha sempre sostenuto di non aver commesso.
La legge del Tennessee permette infatti ai condannati a morte prima del 1999 di optare proprio per la sedia elettrica al posto della iniezione letale, che a molti fa più paura perché può provocare una morte molto più lenta ed atroce. Questo soprattutto se i farmaci più efficaci non sono reperibili e si è costretti a ricorrere ad un mix di
veleni che uccide tra mille sofferenze.
I pochi testimoni ammessi ad assistere all’esecuzione hanno raccontato come l’uomo sia morto tra i singhiozzi, quasi giustificandosi dicendo «anche Gesù è morto piangendo».
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