L'ultima di Donald Trump? Fermare gli uragani bombardandoli con ordigni nucleari. Il presidente, secondo quanto rivelato dal sito Axios, avrebbe fatto la sua proposta durante un briefing alla Casa Bianca con alti dirigenti della sicurezza nazionale e del ministero dell'Interno. "Perché non li distruggiamo con armi atomiche? Cominciano a formarsi al largo della costa africana, così quando si muovono lungo l'Atlantico noi lasciamo cadere una bomba nell'occhio dell'uragano e lo fermiamo. Perché non lo possiamo fare?", avrebbe chiesto. Uno dei presenti, sempre secondo Axios, gli avrebbe anche dato corda, rispondendogli "ci daremo un'occhiata". Sui social è subito diventato popolare l'hashtag #ThatsHowTheApocalyseStarted: così è iniziata l'apocalisse. La Casa Bianca si è limitata a dire che non commenta discussioni private che il presidente può avere o meno con il suo team della sicurezza nazionale. Ma è stato lo stesso tycoon a smentire tutto: "La storia di Axios che il presidente Trump vuole far esplodere grandi uragani con armi nucleari prima che raggiungano la costa è ridicola. Non l'ho mai detto. Sono solo altre fake news", ha twittato dal G7 a Biarritz, dove è stato l'unico leader a disertare la sessione sul clima, gli oceani e la biodiversità (per concomitanti bilaterali, ha poi spiegato la Casa Bianca). Ma secondo Axios il commander in chief avrebbe sollevato la stessa questione in più di una occasione, come confermerebbe anche una conversazione registrata nel 2017 in un memo del consiglio per la sicurezza nazionale. Del resto, ricordano i media Usa, l'idea non è nuova: risale agli anni '50, fu ventilata nel 1961 da Francis Riechelderfer, capo dell'Ufficio Meteo americano, e riaffiora puntualmente ogni anno durante la stagione degli uragani, che colpiscono la costa orientale Usa da giugno a novembre, spesso con effetti catastrofici. La National Oceanic and Atmospheric Administration (Noaa) ha tuttavia spiegato che il risultato sarebbe "devastante": l'uso di armi nucleari "potrebbe addirittura non alterarli" e "la ricaduta radioattiva si muoverebbe molto velocemente con i venti colpendo aree di terra". Inutile anche colpirli sul nascere, dato che in genere solo 5 su circa 80 turbolenze l'anno nel bacino atlantico si trasformano in uragani e non è possibile predire quali. Ma forse non occorreva che si scomodassero gli scienziati per prevedere i rischi di un'atomica nell'occhio di un ciclone.