È salito a 26 morti, il bilancio di un attacco armato contro un bar nella città costiera meridionale di Coatzacoalcos, nello stato di Veracruz, in Messico, in un nuovo massacro che flagella il Paese, dove la violenza non cessa da più di 12 anni. Nell’attacco, 11 persone sono rimaste ferite.
L’assalto è avvenuto intorno alle 22 ora locale di ieri (le ore 5 italiane di oggi) al nightclub White Horse. Tra le cinque e le sei persone sono giunte a bordo di diversi furgoni e hanno lanciato bombe Molotov nel bar, dopo aver sparso carburante, per appiccare il fuoco all’interno del locale.
Le prime ipotesi delle autorità su questo massacro sostengono che sarebbe stata una vendetta tra due gruppi rivali o una spedizione punitiva per il rifiuto dei proprietari del «night club» di pagare il pizzo. Il governatore di Veracruz, Cuitláhuac García, ha annunciato che è già stato identificato uno dei presunti responsabili, Ricardo «N», alias «La Loca», che era già stato arrestato il mese scorso, ma che era stato rilasciato due giorni dopo.
Degli uccisi nel massacro, il peggiore nel Paese da quando il presidente del Messico Andrés López Obrador è entrato in carica 9 mesi fa, 16 sono uomini e 10 donne, che saranno sottoposti ad analisi forensi per l’identificazione. Il presidente López Obrador ha condannato il massacro e ha dichiarato in una conferenza stampa di aver chiesto al procuratore generale messicano di farsi carico delle indagini e di andare fino «in fondo» al caso.
Dall’inizio dell’anno, Coatzacoalcos è stata teatro di una sanguinosa disputa tra il Cartello di Jalisco Nuova Generazione e Los Zetas sul controllo dello spaccio di droga e la raccolta del pizzo da bar e ristoranti. Lo scorso aprile, un comando armato ha ucciso 13 persone in una sala per feste a Minatitlan, località vicina a Coatzacoalcos, in un massacro dove è morto il proprietario di un bar che si è rifiutato di pagare il pizzo.
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