Donald Trump tira dritto nella sua guerra commerciale contro Pechino. Alla mezzanotte scattano, a meno di una svolta dell’ultima ora, i nuovi dazi del 15% su 112 miliardi di dollari di Made in China. Pechino comunque non sta a guardare: domani scattano anche i suoi dazi del 5-10% su 75 miliardi di dollari di prodotti americani, inclusi i semi di soia, le automobili e il petrolio.
L’entrata in vigore delle tariffe conferma l’escalation della guerra commerciale fra le due superpotenze economiche che rischia di far scivolare l’economia mondiale in recessione. Washington e Pechino non sembrano comunque intenzionate a mollare la presa e a rinunciare a confrontarsi a muso duro, anche se le trattative dietro le quinte proseguono e l’incontro fra le due delegazioni agli inizi di settembre resta al momento confermato.
La posta in gioco per Trump è elevata, soprattutto dal punto di vista elettorale: 'battere' la Cina gli consentirebbe di sventolare un’importante vittoria davanti al suo popolo, preso di mira dalle tariffe cinesi. Il presidente americano 'giustifica' i suoi nuovi dazi come uno strumento per spingere la Cina a giocare secondo le regole e fermare il furto di proprietà intellettuale.
Ma anche nell’ottica di Hong Kong: senza le trattative commerciali «ritengo ci sarebbe stata una maggiore violenza» nel territorio, alle prese con nuovo fine settimana di proteste. I nuovi dazi del 15% riguarderanno molti prodotti comuni fra i consumatori americani che, secondo gli osservatori, di troveranno ad affrontare un aumento dei prezzi e quindi, a dispetto di quanto rivendica l’amministrazione, a farsi carico del costo delle tariffe.
Fra le vittime della nuova ondata di dazi c'è Apple: diversi dei suoi prodotti - dall’Apple Watch agli AirPods, passano per l’HomePod e alcuni componenti per le riparazioni - saranno tassati da Trump. Si salva, almeno per ora l’iPhone dopo al decisione del presidente americano di far slittare al 15 dicembre i dazi sullo smartphone e altri prodotti elettronici e di abbigliamento in modo da non rovinare lo shopping natalizio degli americani.
Nel periodo fra settembre e dicembre è previsto anche l’aumento al 30% dei dazi già in vigore su 250 miliardi di dollari di Made in China: il rincaro scatterà l’1 ottobre, il 70mo anniversario della fondazione della repubblica popolare della Cina.
Secondo gli analisti, i dazi di Trump costeranno in media a una famiglia americana 1.000 dollari l’anno e, considerato che i consumatori sono il motore dell’Azienda America, a rischio c'è un rallentamento dei consumi. Un pericolo di cui l'amministrazione è consapevole e che intende disinnescare. Allo studio ci sarebbe infatti un nuovo taglio delle tasse pari all’ammontare dei soldi incassati dai dazi ottenuti dalla Cina.
Persone:
Caricamento commenti
Commenta la notizia