Lunedì 18 Novembre 2024

Trump continua la sua guerra, scattano nuovi dazi sul "Made in China"

Donald Trump

Donald Trump tira dritto nella sua guerra commerciale contro Pechino. Alla mezzanotte scattano, a meno di una svolta dell’ultima ora, i nuovi dazi del 15% su 112 miliardi di dollari di Made in China. Pechino comunque non sta a guardare: domani scattano anche i suoi dazi del 5-10% su 75 miliardi di dollari di prodotti americani, inclusi i semi di soia, le automobili e il petrolio. L’entrata in vigore delle tariffe conferma l’escalation della guerra commerciale fra le due superpotenze economiche che rischia di far scivolare l’economia mondiale in recessione. Washington e Pechino non sembrano comunque intenzionate a mollare la presa e a rinunciare a confrontarsi a muso duro, anche se le trattative dietro le quinte proseguono e l’incontro fra le due delegazioni agli inizi di settembre resta al momento confermato. La posta in gioco per Trump è elevata, soprattutto dal punto di vista elettorale: 'battere' la Cina gli consentirebbe di sventolare un’importante vittoria davanti al suo popolo, preso di mira dalle tariffe cinesi. Il presidente americano 'giustifica' i suoi nuovi dazi come uno strumento per spingere la Cina a giocare secondo le regole e fermare il furto di proprietà intellettuale. Ma anche nell’ottica di Hong Kong: senza le trattative commerciali «ritengo ci sarebbe stata una maggiore violenza» nel territorio, alle prese con nuovo fine settimana di proteste. I nuovi dazi del 15% riguarderanno molti prodotti comuni fra i consumatori americani che, secondo gli osservatori, di troveranno ad affrontare un aumento dei prezzi e quindi, a dispetto di quanto rivendica l’amministrazione, a farsi carico del costo delle tariffe. Fra le vittime della nuova ondata di dazi c'è Apple: diversi dei suoi prodotti - dall’Apple Watch agli AirPods, passano per l’HomePod e alcuni componenti per le riparazioni - saranno tassati da Trump. Si salva, almeno per ora l’iPhone dopo al decisione del presidente americano di far slittare al 15 dicembre i dazi sullo smartphone e altri prodotti elettronici e di abbigliamento in modo da non rovinare lo shopping natalizio degli americani. Nel periodo fra settembre e dicembre è previsto anche l’aumento al 30% dei dazi già in vigore su 250 miliardi di dollari di Made in China: il rincaro scatterà l’1 ottobre, il 70mo anniversario della fondazione della repubblica popolare della Cina. Secondo gli analisti, i dazi di Trump costeranno in media a una famiglia americana 1.000 dollari l’anno e, considerato che i consumatori sono il motore dell’Azienda America, a rischio c'è un rallentamento dei consumi. Un pericolo di cui l'amministrazione è consapevole e che intende disinnescare. Allo studio ci sarebbe infatti un nuovo taglio delle tasse pari all’ammontare dei soldi incassati dai dazi ottenuti dalla Cina.

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