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Hezbollah lancia missili, Israele risponde: cresce l'allarme

Gli Hezbollah lanciano missili anticarro contro veicoli e postazioni militari israeliane e Israele reagisce colpendo al di là della frontiera. Lo scenario più volte evocato in questi giorni dopo gli allarmi dell’ultima settimana si è concretizzato oggi pomeriggio facendo impennare per un’ora e mezzo la tensione al confine dei due stati.

Nella fascia di territorio interessato, l’esercito israeliano ha subito chiuso le strade, fatto aprire i rifugi e invitato i residenti a restare in casa. Lo scontro ha fatto seguito alle minacce avanzate dal capo scita Hassan Nasrallah dopo i raid israeliani in Siria, con l’uccisione di due Hezbollah, e i droni dello stato ebraico su Beirut per impedire lo sviluppo di missili avanzati guidati.

La zona è stata quella di Avivim, una fattoria agricola israeliana, a pochissima distanza dalla frontiera con il Libano dove sono arrivati da 2 a 3 missili anticarro. Uno di questi - ha spiegato l’esercito - ha colpito un veicolo (sembra un’ambulanza) e un altro una postazione militare vicino alla frontiera. Ma, contrariamente a quanto circolato in un primo momento e sostenuto da media vicino ad Hezbollah, non ci sono state vittime tra i soldati israeliani.

«Abbiamo risposto - ha aggiunto il portavoce militare - con oltre 100 colpi di mortaio, anche sulla cellula che ha sparato contro Israele». La zona libanese più bersagliata è stata quella tra i due villaggi di Bint Jbail e Maroun al-Rass. Il tutto era stato preceduto a metà mattinata, secondo le denunce di media libanesi legate ai miliziani sciti, da «attività militari» dell’esercito israeliano che, ben più a nord all’altezza della zona contesa dai due stati delle Fattorie Sheba (Monte Dov in ebraico), avrebbe sparato colpi di mortaio e in precedenza avrebbe gettato da un drone ordigni incendiari per disboscare, per gli esperti, le aree a ridosso e così impedire eventuali infiltrazioni in territorio ebraico.

«Siamo stati attaccati con alcuni razzi anticarro - ha detto il premier Benyamin Netanyau confermando che soldati israeliani non stati neanche «graffiati» - Abbiamo reagito sparando 100 proiettili di artiglieria, con attacchi aerei e con altri mezzi. Sulla base degli sviluppi decideremo il da farsi».

Alle prime notizie, il premier libanese Saad Hariri ha telefonato al presidente francese Emmanuel Macron e al segretario di Stato americano Mike Pompeo chiedendo l’intervento di Parigi e di Washington per «calmare la situazione». Hezbollah ha detto - secondo la tv al Mayadin - che con l’attacco odierno non intende allargare il raggio del confronto armato con «il nemico», ma ha voluto rispondere al raid israeliano su Beirut del 24 agosto.

Il contingente dell’Onu nel sud del Libano (Unifil) «segue lo scambio di fuoco sulla Linea Blu» che divide Israele dal Libano. E il comandante in capo della missione di caschi blu, il generale italiano Stefano Del Col è «in contatto con le parti invitandole a mantenere il controllo». Il generale Del Col ha chiesto alle parti di «cessare tutte le attività che possono mettere a rischio la cessazione delle ostilità». Ora, la calma appare ritornata nell’intera area ma la tensione resta alta.

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