A Grand Bahama e sulle Isole Abaco, devastate dall’uragano Dorian, non c'é nemmeno il tempo per piangere. E’ una corsa contro il tempo per salvare chi ancora é rimasto intrappolato tra le macerie e per soccorrere i superstiti che hanno bisogno di acqua, cibo, coperte. E man mano che l’acqua si ritira rivelando le enormi dimensioni del disastro cresce l’incubo di una vera e propria ecatombe.
Il ministro della sanità dell’arcipelago Duane Sands lo dice senza giri di parole: «L'opinione pubblica deve prepararsi a numeri inimmaginabili». Del resto se finora il bilancio ufficiale parla di 30 morti accertate, il numero dei dispersi va dalle centinaia alle migliaia di persone. «Non c'é dubbio che la conta dei morti sarà molto più pesante, un bilancio sconcertante», spiegano le autorità che - secondo i media locali - solo a Grande Abaco e Piccola Abaco hanno inviato almeno 200 sacchi di quelli usati per trasportare i cadaveri.
Lo scenario in tutte le Bahamas, oltre 700 isole, é spettrale, come testimoniano soprattutto le immagini riprese dai droni. Circa il 50% delle abitazioni é andato distrutto o presenta dei danni strutturali, gran parte dell’arcipelago é rimasto senza corrente elettrica e c'é un disperato bisogno di generatori, anche per il lavoro dei soccorritori. Moltissime strutture alberghiere dovranno fare i conti con il caos creato dall’invasione dell’acqua e dai violentissimi venti. I danni causati al turismo, la prima voce dell’economia delle Bahamas, sono incalcolabili, soprattutto nella parte nord dell’arcipelago, la più colpita, e le autorità hanno lanciato un appello perché i turisti continuino ad arrivare nelle isole meno colpite o risparmiate dalla furia dell’uragano, come Nassau,
Paradise Island o Out Islands. La mobilitazione per aiutare la popolazione locale é scattata a livello internazionale, e molte star del mondo dello spettacolo, da Rihanna a Lenny Krawitz, si sono impegnate a inviare aiuti. Mentre senza conseguenze si é conclusa la fuga della star di Hollywood Sean Connery sorpreso con la moglie dall’uragano nella sua villa di Providence, solo tanta paura.
Nel frattempo Dorian, indebolitosi a categoria 1, prosegue la sua marcia verso nord e ha toccato terra in North Carolina, flagellando la costa con forti venti e piogge. La preoccupazione principale resta sempre quella delle alluvioni e oltre 300 mila persone sono rimaste al buio tra North e South Carolina. Impazza intanto o «Sharpie-gate», lo scandalo del pennarello: il Washington svela infatti che a tracciare il famigerato tratto di pennarello nero sulla mappa di Dorian, in modo che il cono dell’uragano si estendesse anche a uno spicchio dell’Alabama, é stato lo stesso presidente Donald Trump. Questo per avvalorare il tweet con cui il tycoon aveva messo il Cotton State tra quelli che sarebbero stati colpiti. Affermazione seccamente smentita dal National Weather Center.
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