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Primi casi di febbre suina nelle Filippine, abbattuti 7 mila maiali

Le autorità filippine hanno confermato l'insorgere dei primi casi di febbre suina africana in due località nei pressi di Manila e ordinato l'abbattimento di 7 mila maiali nel raggio di un chilometro. A dare l'annuncio è stato il ministro dell'Agricoltura, William Dar, che ha comunque invitato la popolazione a continuare a mangiare in quanto
l'arcipelago filippino non è colpito da epidemia.

Il primo caso è stato registrato a Rodriguez, a 10 chilometri da Manila, e su 20 campioni analizzati in un laboratori
britannico, 14 sono risultati positivi al virus. A provocare il contagio, secondo quanto riferito dal ministro, sarebbe stata carne congelata contaminata e contrabbandata dall'estero così come avanzi di cibo buttati da ristoranti e alberghi con i quali i maiali vengono nutriti.

Nelle Filippine, così come nella maggior parte dei Paesi della regione, la carne di maiale è quella più consumata, da circa il 60% della popolazione. L'arcipelago è l'ottavo produttore al mondo, con un fatturato di 4,5 miliardi di euro. Nei mesi scorsi il virus della febbre emorragica, quasi sempre letale per gli animali ma senza pericolo per l'uomo, ha decimato la popolazione di maiale in diversi Paesi asiatici - Cina in primis - provocando un'impennata dei prezzi di vendita.

Ad agosto l'agenzia Onu per l'Agricoltura e l'Alimentazione (Fao) ha chiesto di rafforzare la vigilanza ai confini per
arginare il propagarsi dell'epidemia di febbre suina in tutta l'Asia, già responsabile della morte di 5 milioni di animali in un anno sia a causa del virus che dall'abbattimento preventivo.

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