Lunedì 23 Dicembre 2024

"Israele spiava Trump", ma Netanyahu nega

Benyamin Netanyahu

Trump spiato dall’amico Bibi. Sembra una storia di fantaspionaggio, ma secondo il sito Politico è realtà, anche se Israele si è affrettato a smentire. La rivelazione mette in imbarazzo il premier Benjamin Netanyahu alla vigilia delle elezioni cui è appesa la sua riconferma, proprio mentre il presidente americano pensa di allentare le sanzioni all’Iran, irriducibile nemico di Israele, per spianare la strada ad uno storico incontro con il presidente iraniano Hassan Rohani a margine dell’assemblea generale dell’Onu a fine settembre. Stando alle fonti di Politico - tre ex alti dirigenti americani - ci sarebbe con ogni probabilità proprio lo zampino di Israele, uno dei principali alleati Usa, nell’installazione di apparecchiature per intercettare cellulari scoperte vicino alla Casa Bianca e in altri luoghi «sensibili» nella capitale. Il probabile obiettivo, dice il sito, era spiare Trump, come pure i suoi alti consiglieri ed alleati più stretti. Un compito reso più agevole dal fatto che il presidente spesso non rispetta i rigidi protocolli di sicurezza, soprattutto quando chiama amici e confidenti, come il magnate dei casinò Steve Wynn, l’anchorman di Fox Sean Hannity o il suo avvocato Rudi Giuliani. Le apparecchiature scoperte, note informalmente come 'StingRays', simulano i ripetitori e ingannano i cellulari che così forniscono la loro localizzazione e le loro informazioni di identità. Questi strumenti possono catturare anche i contenuti delle telefonate e i loro dati. In base a dettagliate analisi forensi, l’Fbi ed altre agenzie sono convinti che siano stati 007 israeliani a piazzarle. «E' molto chiaro che Israele è responsabile», ha commentato un ex agente secreto americano citato da Politico, mentre l'ufficio del premier Netanyahu ha definito le accuse una "clamorosa menzogna», ricordando che il Paese ha un impegno di lunga data «a non fare alcuna operazione di intelligence negli Usa». Non è chiaro se lo scopo sia stato raggiunto ma resta il paradosso di uno spionaggio ai danni del leader americano storicamente più vicino a Israele, dopo lo spostamento dell’ ambasciata a Gerusalemme, il riconoscimento della città santa come capitale, il ritiro dall’accordo sul nucleare iraniano e le sanzioni a Teheran. Eppure non è un mistero per gli addetti ai lavori che ci si spia anche tra alleati: come emerso dallo scandalo del Datagate, il presidente Usa Barack Obama sapeva fin dal 2010 che la Nsa ascoltava le telefonate della cancelliera tedesca Angela Merkel. Del resto Trump resta anche un leader imprevedibile, di cui è utile conoscere tutti gli umori. Soprattutto quando si tratta di Iran. Al G7 di Biarritz, Netanyhau si è precipitato a telefonargli per sventare un suo possibile incontro a sorpresa con Rohani. Incontro che ora sembra più vicino, dopo che il magnate - secondo Bloomberg - ha discusso lunedì scorso alla Casa Bianca l'ipotesi di alleggerire le sanzioni a Teheran per aprire la strada al faccia a faccia, licenziando il consigliere per la sicurezza nazionale John Bolton che si opponeva. Intanto per la sua sostituzione gira il nome del suo rivale, il segretario di Stato Mike Pompeo, che in questo caso manterrebbe due incarichi: unico precedente Henry Kissinger, quando presidente era Richard Nixon.

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