Lunedì 18 Novembre 2024

Israele, Netanyahu al governo. Gantz: "Mai con un premier incriminato"

Benyamin Netanyahu

Con una decisione a sorpresa il capo dello Stato Reuven Rivlin ha affidato al premier uscente Benyamin Netanyahu l'incarico di formare un nuovo governo. L'annuncio è giunto dopo un incontro a tre assieme con il leader del partito centrista Blu Bianco Benny Gantz. Nonostante Rivlin, da giorni, cerchi di convincere i maggiori partiti israeliani a dar vita ad un governo "allargato e stabile", la strada intrapresa sembra già compromessa. Gantz ha infatti subito messo le carte in tavola, ribadendo l'apertura ad un governo di unità con il Likud. Ma senza Netanyahu. "Il mio partito - ha scritto su Facebook - non è disposto a far parte di un governo il cui primo ministro possa essere incriminato per gravi capi di accusa. Questa considerazione, insieme ad altre, è per noi ancora più importante che non la spartizione di ministeri, o della alternanza alla carica di premier". Dopo giorni di negoziati giunti subito ad un punto morto Rivlin ha deciso di affidare l'incarico a Netanyahu, che nelle consultazioni con i partiti ha ricevuto il sostegno di 55 deputati (sui 120 della Knesset), contro i 54 di Gantz. Gli altri deputati non hanno preso posizione. Nel suo intervento Rivlin non ha minimizzato la gravità del momento che Israele attraversa. Ha ribadito che per superare lo stallo fra il Likud e Blu Bianco occorre dar vita ad un governo "paritetico" in cui i due partiti abbiano la stessa forza. Occorre anche che accanto al premier sia nominato un vicepremier dell'altro partito che disponga di poteri concreti. In ossequio alla forma, Rivlin ha concesso a Netanyahu 28 giorni per fare il governo, ma anche sottolineato che il tempo stringe. "Il popolo - ha ammonito - non vuole una terza tornata elettorale", dopo quelle inconcludenti del 9 aprile e del 17 settembre. Netanyahu ha convenuto che per una soluzione politica il tempo stringe, sia - ha spiegato - per considerazioni di sicurezza legate alle attività militari dell'Iran, sia per la complessa situazione economica di Israele, sia perchè - in assenza in Israele di un governo stabile - il presidente Donald Trump potrebbe decidere di non presentare la sua iniziativa di pace. Per queste molteplici ragioni, ha ribadito, tenterà di costituire un governo di unità nazionale, pur rendendosi conto che le probabilità di successo non sono elevate. "Se non dovessi riuscire - ha annunciato - restituirò il mandato al presidente" anche prima dello scadere del tempo concessogli. Ma Gantz ha subito lamentato che negli ultimi due giorni il Likud non abbia sinceramente tentato di dar vita ad un governo paritetico con Blu Bianco. Gantz non ha tuttavia chiuso la porta ad altri contatti: ma occorre, ha precisato, che il Likud (che alle elezioni ha ottenuto 32 seggi su 120) si presenti da solo al tavolo delle trattative con Blu Bianco (33 seggi), e non come rappresentante di 55 deputati del blocco delle destre. Rivlin da parte sua ha chiarito che questi giochi di poteri devono cessare una volta per tutte. "Bisogna finirla con le scomuniche reciproche", ha esclamato. Poi ha anche avvertito i due contendenti che se non troveranno una soluzione allora Rivlin si appellerà ai 120 deputati della Knesset perchè siano loro ad esprimere un altro deputato capace di formare un governo. Fra le righe, era forse un avvertimento a Netanyahu che in quel caso rischierebbe di perdere il sostegno finora incondizionato del suo partito.

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