Anche Apple è nel mirino della Cina a causa della app HKmap.live disponibile a Hong Kong che traccia l'attività della polizia, nel mezzo delle proteste pro-democrazia che da quattro mesi stanno scuotendo la città. Contro la casa di Cupertino s'è mobilitato il Quotidiano del Popolo, la 'voce' del Partito comunista cinese: «L'approvazione di Apple all’app ovviamente aiuta i ribelli - si legge in un commento - Questo significa che intendeva essere complice dei rivoltosi?». Apple subirebbe conseguenze per la decisione «imprudente e sconsiderata». Dopo il basket americano della Nba, i cartoni irriverenti di South Park e la maison del lusso Tiffany, Apple rischia di essere un’altra vittima del pressing cinese condotto a vario titolo contro le compagnie occidentali. Gli utenti di HKmap.live condividono le informazioni sulla localizzazione dei mezzi della polizia, degli agenti in tenuta antisommossa e degli incidenti con persone rimaste ferite. In sostanza, secondo il Quotidiano del Popolo, una app che consente una mappatura e che «incita comportamenti illegali», non è Apple «preoccupata di danneggiare la sua reputazione e di colpire i sentimenti dei suoi clienti?» La società della Mela, in primo momento, la aveva rifiutata, cambiando poi posizione venerdì, prima di renderla disponibile sabato da iOS App Store, secondo il South China Morning Post. Il commento, rilanciato come da tradizione anche da altri media statali, è a firma «Bolan Ping», uno pseudonimo il cui significato è «calmare le onde» e che è apparso di recente per trattare esclusivamente le turbolenti vicende dell’ex colonia britannica. Nessun accenno, invece, al fatto che la app incriminata sia disponibile agli utenti Android attraverso lo store di Google Play, peraltro bandito in Cina.