Oltre 7 milioni di tunisini sono chiamati a scegliere il loro presidente nel ballottaggio che domani vede sfidarsi il giurista conservatore indipendente Kaies Saied e il magnate tv Nabil Karoui, uscito mercoledì scorso dal carcere dopo sette settimane di custodia cautelare con le accuse di riciclaggio e evasione fiscale. Due personaggi antisistema che, seppur diversi, hanno saputo capitalizzare il malcontento degli elettori nei confronti dei partiti tradizionali. Ciò appare ancor più evidente alla luce dei risultati delle elezioni legislative del 6 ottobre, che hanno punito ancora una volta il sistema e premiato le liste indipendenti e minori, eccezion fatta per l’islamico Ennhadha, risultato primo con 52 seggi su 217. Seconda formazione politica Qalb Tounes, creazione di Karoui, con 38 seggi.
Al primo turno delle presidenziali Saied aveva ottenuto il 18,4% delle preferenze, Karoui il 15,58%. Il dibattito televisivo di venerdì sera tra i due sfidanti non ha riservato colpi di scena e a fare la differenza sarà il gioco delle alleanze. Ennhadha, Ettayar, la coalizione islamista Al Karama e decine di liste indipendenti hanno annunciato il loro sostegno al conservatore Saied, mentre a Karoui spetta il difficile compito di unire le diverse anime progressiste del Paese. Il vero ago della bilancia saranno gli indecisi e il fattore astensionismo (al primo turno fu solo del 45% il tasso di partecipazione, alle legislative il 41).
Saied e Karoui sono personalità antisistema ma in maniera diversa. Saied, 61 anni, senza un partito alle spalle, è conosciuto per essere un costituzionalista integerrimo. Sostenuto da un entourage di giovani volontari, è promotore di una democrazia diretta basata sulla riforma delle rappresentanze locali. Karoui è invece considerato in patria un personaggio piuttosto controverso, affermato self made man, tra i fondatori del modernista Nidaa Tounes insieme al defunto presidente Beji Caid Essebsi, poi fuoriuscito per creare il suo partito. Amato dalla gente grazie all’impegno della sua associazione 'Khalil Tounes' a favore dei poveri, il magnate è conosciuto soprattutto come patron di Nessma tv, la rete privata più seguita del Paese (di cui Mediaset possiede oltre il 25%).
Riguardo ai programmi economici, Saied si è detto a favore della funzione pubblica, ripulita però dalla corruzione, e contro le privatizzazioni, dichiarando che le sue riforme «non saranno né socialiste né capitaliste». Mentre Karoui ha annunciato di volere «un patto nazionale contro la povertà per tre milioni di tunisini» e di voler istituire finalmente la Corte costituzionale «per mettere fine alla strumentalizzazione della giustizia, delle leggi e della Costituzione». Conservatorismo contro populismo, sintetizzano gli osservatori: Saied, puro prodotto dell’Università tunisina, contro Karoui, affermato self-made man riconvertito dopo la morte del figlio alle cause sociali.
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