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Inquinamento in crescita a Delhi in India, vietati i fuochi d'artificio

Inquinamento in drammatica ascesa a Delhi negli ultimi giorni per la mancanza di vento e la crescita della nebbia: tra le misure prese dalle autorità, e sostenute da una decisione della Corte Suprema del 2018, la proibizione della vendita di fuochi d’artificio, mortaretti e bengala, i botti che tradizionalmente gli indiani fanno brillare per la festività di Diwali, che cade il 27 di ottobre, dalla composizione chimica tradizionale, che ammorba l’aria di sostanze velenose: gli unici «botti» autorizzati solo quelli "verdi", che non contengono agenti inquinanti.

Ma i sette negozianti autorizzati a venderli nei principali mercati di Delhi, dove fino al 2017 le licenze erano più di 70, sostengono che le vendite sono crollate, sia perché i fuochi ecologici costano il doppio di quelli tradizionali, sia perché i clienti diffidano degli effetti e li evitano.

Nel frattempo, ieri l’amministrazione di Delhi ha bloccato sino al 30 di ottobre tutti i lavori notturni, dalle sei del pomeriggio alle sei della mattina, nei cantieri di costruzione e demolizione edilizia e nei lavori sulle strade: recenti studi hanno dimostrato che, ogni giorno, nella capitale indiana vengono generate 6.850 tonnellate metriche di polveri e detriti, lasciati liberi di disperdersi nell’aria.

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