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Microsoft batte Amazon e firma un contratto con il Pentagono da 10 miliardi

Microsoft batte Amazon e si aggiudica il maxi contratto del Pentagono da 10 miliardi di dollari. Una vittoria che ha il sapore della vendetta per Donald Trump, la cui antipatia nei confronti di Jeff Bezos e soprattutto del suo Washington Post è ormai arcinota.  Per Amazon, ritenuta per mesi la favorita, si tratta di uno schiaffo pesante: la commessa decennale per il cloud è essenziale negli sforzi del Pentagono per aggiornare la sua tecnologia e il colosso dell’online sembrava quello meglio posizionato per aggiudicarsela.

Nel suo curriculum infatti c'è già la realizzazione dei servizi cloud per la Cia e soprattutto, spiegano gli esperti, Amazon è l’unica in grado di offrire un criptaggio abbastanza sicuro per rispettare i requisiti top secret del governo americano. Tutto fino a pochi mesi fa sembrava filare liscio per la società di Bezos. Poi l’occhio di Trump è caduto sul contratto e da quel momento la partita si è complicata.

A sorpresa il tycoon aveva assicurato che si sarebbe occupato della commessa e non aveva escluso un suo possibile intervento nel processo di assegnazione, alla luce delle lamentele avanzate da alcune "grandi società» in corsa. A contendersi i 10 miliardi del Pentagono erano inizialmente Amazon, Microsoft, Ibm, Oracle e Google. Poi la corsa si è ristretta a due: Amazon e Microsoft. E
Bezos ha perso.

Secondo molti, dietro la vittoria di Microsoft c'è lo zampino di Trump che da tempo - denuncia un libro scritto da un assistente dell’ex segretario alla Difesa Jim Mattis e in uscita la prossima settimana - stava cercando un modo per «fregare" Amazon e assegnare il contratto Jedi, il Joint Enterprise Defense Infrastructure, ad un’altra società. Un’accusa che se si rivelasse vera creerebbe non pochi problemi al presidente americano, già accusato da più parti di usare i suoi ministri  per portare avanti le sue battaglie personali.

Lo ha fatto, secondo i critici, con il titolare della Giustizia William Barr, costretto ad aprire una contro indagine sul Russiagate sfociata poi in un’inchiesta penale. E ora con il capo del Pentagono Mark Esper per la commessa multimiliardaria.
Esper ha tuttavia fatto un passo indietro prima della decisione sull'assegnazione del contratto, sfilandosi per evitare un potenziale conflitto di interessi visto che suo figlio è dipendente di una delle società in corsa.

Un passo indietro che potrebbe aver lasciato a Trump lo spazio per vendicarsi contro 'Amazon Washington Post’che, è il ritornello del presidente, diffonde 'Fake News' e per il quale ha già chiesto alle agenzie governative di cancellare l’abbonamento.  «Usare i poteri presidenziali per punire i critici è un abuso di potere. Servono risposte», ha immediatamente twittato il senatore democratico Mark Warner, lasciando intravedere un nuovo fronte di scontro fra Trump e l’opposizione che sta già lavorando al possibile impeachment del tycoon.

Da parte sua, Amazon si è detta «sorpresa» per l’esito delle gara. E dietro le quinte valuta le opzioni a sua disposizione. Non è escluso, secondo indiscrezioni, che possa presentare un’azione legale ventilando presunte interferenze di Trump sul processo di assegnazione. La doccia fredda della sconfitta è stata il culmine di una giornata nera per Bezos, fra i conti deludenti di Amazon e il successivo calo dei titoli a Wall Street. L’unica, magra consolazione è quella di essere riuscito a mantenere il titolo di uomo più ricco del mondo nonostante le insidie di Bill Gates, il fondatore proprio della Microsoft che gli ha inferto la cocente sconfitta (ANSA)

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