L’ultradestra tedesca dell’Afd vola e per la terza volta in meno di due mesi incassa un clamoroso raddoppio elettorale in una regione dell’est della Germania: quella ex Ddr in cui anche posizioni contigue al neonazismo denotate dal leader locale Bjoern Hoecke assicurano quasi un voto su quattro all’Alternativa per la Germania.
Dopo Sassonia e Brandeburgo, l’exploit si è ripetuto in Turingia, piccolo Land da 1,73 milioni di elettori che peraltro
è l’anche l’unico in Germania ad avere un presidente regionale espressione del partito in parte ex comunista della Linke (Sinistra), che diventa la prima forza con il 29,9% (+1,7 punti) secondo le proiezioni a chiusura delle urne.
Il partito cristiano-democratico (Cdu) della cancelliera Angela Merkel perde invece il primato con un crollo di 10,8
punti al 22,7%, record negativo in Turingia. Rilevante per le primarie in corso in casa socialdemocratica è il nuovo calo della Spd (stavolta di quasi 4 punti, all’8,4%): secondo il primo canale pubblico pubblico Ard, il risultato influenzerà la scelta fra la coppia di leader in cui spicca il ministro delle Finanze Olaf Scholz, fautore di un proseguimento della grande coalizione con Merkel, e quella dei suoi due sfidanti, più di sinistra.
Gli exit poll prospettano risultati che renderanno difficile la formazione di un governo regionale a Erfurt al posto
dell’attuale coalizione tra Linke, Spd e Verdi (5,3%). I tre non hanno più i numeri per governare, mentre la Cdu mantiene il cordone sanitario attorno all’Afd, rifiutando di trattarci.
Ma l’estrema destra brinda comunque. Il 23,7% attribuitole - con un aumento di 13,1 punti rispetto a cinque anni fa - rappresenta un nuovo clamoroso successo dopo quello record del primo settembre scorso, quando i voti del partito furono quasi triplicati in Sassonia (al 27%) e poco meno che raddoppiati in Brandeburgo (al 23,5%), confermando la divisione tra un Est incline all’estremismo e un Ovest dove l’Alternative fuer Deutschland si ferma all’11%, come alle Europee del maggio scorso.
La Turingia è la terra di Goethe, Schiller e Bach ma anche quella del lager di Buchenwald e dell’azienda che produceva i forni crematori di Auschwitz. Due ricordi che il narcotizzante approccio col passato nazista coltivato dal regime comunista ha rimosso e che rendono apparentemente ininfluente per l'elettorato quanto i media ricordano sul biondo professore di storia Hoecke: ha definito «un monumento della vergogna» il Memoriale dell’Olocausto di Berlino e ha chiesto «un’inversione di 180 gradi» dell’approccio rispetto al nazismo. In passato è comparso fra l’altro in una manifestazione xenofoba assieme a neonazisti e l’Ala (il "Fluegel") che guida a livello nazionale è sotto osservazione dei servizi segreti interni BfV.
E nonostante in Turingia l’economia tiri e la disoccupazione sia bassa, l’Afd ha avuto successo con lo slogan "Completare la svolta" dell’unificazione tedesca innescata dalla caduta del Muro di Berlino proprio 30 anni fa.
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