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Pioggia di razzi da Gaza su Israele, raid sulla Striscia

Dopo un periodo di relativa calma, una pioggia di razzi lanciati da Gaza è tornata a due riprese a colpire il sud di Israele nella notte tra venerdì e sabato, riportando la popolazione nei rifugi dopo essere stata allertata dalle sirene di allarme. L’Iron Dome, il sistema di difesa antimissili israeliano, ne ha intercettati 8 su 10 complessivi ma un razzo è piombato su una casa di Sderot, ad un passo da Gaza, procurando gravi danni, senza ferire tuttavia gli abitanti in quel momento nel rifugio.

Nella risposta dell’esercito israeliano che nel corso della notte ha effettuato una serie di attacchi contro postazioni di Hamas in tutta la Striscia, un palestinese - secondo fonti mediche di Gaza - è stato ucciso e altri due feriti. L’episodio, preceduto giovedì dal lancio di un altro razzo verso Israele - nessuno ha rivendicato - ha immediatamente fatto risalire la tensione. L’esercito ha ammonito Hamas - ritenuta responsabile di quanto origina nella Striscia - di essere "pronto a continuare le operazioni quanto necessario contro i tentativi di colpire civili israeliani». Hamas e la Jihad islamica hanno definito gli attacchi «una pericolosa escalation" che troverà «risposta» e un portavoce della prima ha detto che "il nemico sionista porta la responsabilità per le loro conseguenze e ramificazioni».

Tuttavia un’altra fonte di Hamas - riferita in forma anonima da Haaretz - ha sottolineato che i lanci di questi due giorni sono stati condotti senza l’approvazione e che «non sono opera" di nessuna delle principali fazioni della Striscia. Ma questo - secondo un’analisi del quotidiano - non mette a tacere le voci di uno scontro in atto tra Hamas e la Jihad che tenta di minare il comando della prima e di consolidare il suo potere nella Striscia. Fatto sta che gli attacchi israeliani si sono tutti concentrati verso postazioni militari di Hamas (basi, depositi di armi) e strutture sotterranee nel nord, nel centro e nel sud della Striscia.

Ad accrescere la preoccupazione in Israele è stato il ritrovamento oggi pomeriggio in un kibbutz a ridosso di Gaza di un ordigno esplosivo nascosto in un libro che, secondo la polizia, è arrivato dalla Striscia attaccato ad un pallone. La due giorni di fuoco ha riacceso in Israele il dibattito sul tipo di strategia da adottare nei confronti della Striscia riaprendo le accuse al premier uscente Benyamin Netanyahu. Benny Gantz, premier incaricato, ex capo di stato maggiore e leader del partito centrista Blu-Bianco, ha twittato prima di partecipare stasera per la prima volta nella sua nuova veste alla commemorazione di Yitzhak Rabin, ucciso 24 anni fa da un estremista di destra ebreo.

«Un governo da me diretto - ha ammonito - non tollererà alcuna minaccia sugli abitanti del sud di Israele e non accetterà che la nostra sovranità sia attaccata». «Se costretta, Israele - ha aggiunto - colpirà personalmente chi guida l’escalation, pur di ripristinare ad ogni costo il nostro deterrente». In serata, dal palco eretto nella piazza più grande di Tel Aviv, nella cerimonia per Rabin, rivolto a decine di migliaia di persone Gantz ha detto che «l'ex premier è stato ucciso dalle divisioni interne, dall’istigazione e dall’odio. Io non consentirò all’odio di prevalere e anche voi non lo consentirete». «Israele - ha ribadito il premier incaricato - vincerà quanti seminano odio».

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