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Elezioni parlamentari, la Spagna torna al voto: emerge l'estrema destra

Spagna con il fiato sospeso, alla vigilia delle elezioni parlamentari, le quarte in quattro anni: elezioni che si tengono nel segno di un'impasse politica perdurante, le tensioni indipendentiste e l'emergere dell'estrema destra.

Il voto non sembra cambierà le carte in tavola: tutti i sondaggi, anche quelli che negli ultimi giorni i partiti hanno
visto ma non hanno potuto rendere pubblici, mostrano una situazione ancora più complessa di quella delle ultime
elezioni, appena sei mesi fa, il 28 aprile (quando il blocco progressista era uscita vincitore e Vox si era fermato a 24
deputati): i due blocchi sembrano destinati al testa a testa, con la destra leggermente rafforzata e la sinistra indebolita.

Dopo i comizi di chiusura della campagna elettorale, venerdì sera, la giornata odierna è stata dedicata alla riflessione. I leader politici sono stati a riposo o in famiglia, anche se il premier, Pedro Sanchez, ha trascorso la giornata alla Moncloa, presiedendo il cosiddetto comitato di sorveglianza sulla situazione in Catalogna. La piattaforma indipendentista Tsunami Democratic aveva convocato a Barcellona un raduno con spettacoli e interventi vari nella centralissima Plaza de la Universidad e eventi in altri 300 comuni. Riuniti in un'atmosfera festosa, si sono dati appuntamento centinaia di indipedentisti ma non ci sono state tensioni.

Quello catalano è un conflitto politico che va avanti da mesi, condito da rivolte per le strade di Barcellona e che è stato riattizzato a ottobre dalla condanna di nove leader separatisti a pesanti pene detentive, per il loro coinvolgimento nel tentativo di secessione del 2017. Una situazione che ha dato le ali all'estrema destra di Vox, che vuole sospendere l'autonomia della regione catalana, mettere fuorilegge i partiti separatisti e arrestare il presidente regionale, Quim Torra. E con un folgorante aumento di consensi negli ultimi 12 mesi, secondo i sondaggi, potrebbe passare dagli attuali 24 seggi a circa 50.

Sanchez, che si è presentato come il garante della stabilità, si aspetta una vittoria ma senza una maggioranza assoluta mentre il popolare Pablo Casado tenterà la rimonta (incassò ad aprile il peggior risultato della sua storia, 66 deputati su 350). Al Psoe sono comunque convinti di essere cresciuti nell'ultima fase della campagna e puntano sugli indecisi e delle donne mobilitate contro Vox.

L'ascesa di Vox fa piazza pulita comunque del messaggio che era uscito dal voto di aprile, quando la Spagna da sola (con l'unica eccezione del Portogallo) era riuscita a frenare l'ascesa dell'estrema destra, in forte espansione in tutti i Paesi vicini. Adesso, la formazione di Santiago Abascal ha avuto una seconda, inattesa possibilità, con il dono ulteriore di votare in piena crisi catalana, suo terreno fertile. E può davvero essere essere la grande rivelazione del voto di domani.

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