Si continua a sparare e a morire nelle scuole americane. Il teatro dell’ennesima tragedia che ha fatto piombare nella paura studenti, insegnanti e famiglie è la Saugus High School di Santa Clarita, in California. Un ragazzo ha sparato all’interno del liceo nella contea di Los Angeles, a circa 60 chilometri dalla metropoli, uccidendo due studenti e ferendone altre cinque.
È stato l’ospedale Henry Mayo Newhall a confermare su Twitter che due dei feriti ricoverati sono deceduti, si tratta di uno studente di 14 anni e di una ragazza di 16. Il killer, dopo una caccia all’uomo durata alcune ore, è stato arrestato e portato in ospedale, dove versa in gravi condizioni. L’ufficio dello sceriffo della contea ha spiegato che si tratta di uno studente di 16 anni di origini asiatiche.
Tutto è iniziato intorno alle 7 del mattino ora locale, le 16 in Italia, durante quello che viene chiamato 'periodo zero', ossia l'ora prima che comincino le lezioni, dedicata solitamente ad attività extra-scolastiche. Il sedicenne, con cappello e abiti neri, è entrato aprendo il fuoco non si sa ancora per quale motivo. Poi è fuggito cercando di trovare riparo nella macchia che si estende dietro la scuola.
Le immagini mandate in onda sulle tv americane hanno mostrato scene tristemente note: gli studenti terrorizzati che si allontanano dal liceo in fila indiana, gli abbracci dei familiari accorsi sul luogo della sparatoria, la corsa in ospedale dei feriti. Prima di riuscire a scappare dal campus, tanti ragazzi si sono barricati nelle aule per cercare di sfuggire ai proiettili del killer.
«Ho iniziato a correre - ha raccontato ai media locali Brooklyn Moreno, che frequenta il secondo anno -. Ho visto delle ragazze cadere di fronte a me e ho cercato di aiutarle, poi però ho continuato a correre perché non volevo farmi del male». «Non avrei mai pensato che questo potesse accadere nella mia scuola», ha aggiunto: «Sono ancora sotto shock, ho tremato e pianto molto».
Il 17enne Hayden Trowbridge, invece, ha raccontato che quando ha sentito gli spari, insieme ai suoi compagni di classe ha spinto i banchi contro la porta dell’aula per creare una barricata. Poi ha afferrato la sua borraccia di metallo per cercare di difendersi nel caso il killer avesse fatto irruzione, mentre gli altri si sono nascosti dietro la cattedra piangendo e tenendosi per mano.
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