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La Bolivia mette all'angolo Morales, l'ex presidente escluso dalle elezioni

La Bolivia torna al voto tagliando definitivamente fuori l’ex presidente Evo Morales. La presidente ad interim Jeanine Anez ha infatti approvato la nuova legge elettorale che prevede l’annullamento delle elezioni del 20 ottobre, il voto entro 120 giorni e l’esclusione dalla competizione di chi ha già ricoperto due mandati costituzionali consecutivi, dunque anche Morales e il suo vice, Alvaro Garcia Linera. Una decisione che arriva dopo un mese di proteste e scontri con un pesantissimo bilancio di 32 morti.

"È la legge che abbiamo voluto - ha detto Anez - per cui siamo scesi in piazza, esprimendo pacificamente la nostra decisione respingere il modo in cui precedente governo ha cercato di manipolare la nostra volontà con brogli scandalosi". Una legge approvata all’unanimità dopo una settimana di dibattito in un parlamento controllato per i due terzi dal Movimento al socialismo (Mas) dell’ex presidente Evo Morales.

Una legge che fissa tra l’altro un periodo di 20 giorni entro cui il Parlamento dovrà scegliere i membri del Tribunale supremo elettorale (Tse), che in due giorni dal momento della nomina dovranno definire il calendario elettorale. Secondo gli esperti, mancando 59 giorni al scadenza costituzionale di Parlamento e presidenza: sarà quasi certamente necessario estendere il mandato di gestione transitoria di Anez. A scatenare le proteste erano stati i risultati delle elezioni del 20 ottobre - con Morales eletto al primo turno -,  duramente contestate dall’opposizione e considerate «fortemente sospette di gravi irregolarità» dall’Organizzazione degli Stati americani (Osa).

Immediate sono iniziate le manifestazioni di piazza, organizzate da un lato dalle organizzazioni fedeli al capo dello stato uscente e, dall’altro, dai comitati civici determinati ad ottenere l’annullamento del voto. Sullo sfondo di violenti scontri fra manifestanti e forze di sicurezza, però, un ammutinamento della polizia e l’invito "ad abbandonare il potere" rivolto a Morales dal comandante delle forze armate, generale Willams Kaliman, hanno fatto la differenza a favore delle ragioni dell’opposizione. Morales ha gridato al golpe ed è riparato in Messico, mentre Anez, seconda vicepresidente del Senato, in assenza delle massime cariche istituzionali dimissionarie, si è autoproclamata presidente ad interim, designando un governo di transizione.

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