Uber non potrà più operare a Londra: le autorità municipali della capitale britannica hanno infatti annunciato oggi di aver negato il rinnovo della licenza al
colosso americano dei taxi online evocando «violazioni» delle regole che mettono a rischio i passeggeri e la loro sicurezza.
L'azienda farà appello e potrà restare attiva finché questo non verrà esaminato. Transport for London (Tfl), l’agenzia comunale dei trasporti, aveva già sospeso Uber nel 2017, salvo concedere poi due proroghe, l’ultima scaduta ieri.
Tfl ha ricordato di aver contestato violazioni e negligenze a Uber nell’ambito del conflitto legale innescatosi già due anni fa, sottolineando come l’azienda vi abbia posto rimedio solo in parte. Mentre ha liquidato il modus operandi dell’app come tuttora «non adeguato né corretto» rispetto alla normativa locale.
Uber, che ha ora 21 giorni per formalizzare l’appello di fronte alla giustizia britannica, ha replicato bollando la decisione dell’autorità municipale - con cui è entrata in conflitto fin dall’elezione a sindaco del laburista Sadiq Khan al posto del conservatore (e attuale primo ministro) Boris Johnson - «incredibile e sbagliata».
Lo stop imposto dal Comune nel 2017 era stato seguito da una prima estensione temporanea della licenza di 15 mesi e da una seconda di due, concesse dopo una serie di impegni assunti dall’azienda in materia di sicurezza dei passeggeri e della
tutela del lavoro, nonché dopo la sostituzione dei vertici manageriali nel Regno. Circa 45.000 autisti lavorano a Londra per Uber, con un’utenza di oltre 3,5 milioni di persone.
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