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Venti di crisi tra Berlino e Mosca, espulsi due diplomatici russi

È crisi diplomatica tra Mosca e Berlino dopo che il ministero degli Esteri tedesco ha dichiarato due diplomatici - in realtà funzionari dei servizi segreti militari russi - «persone non grate»: la loro colpa è non aver collaborato a chiarire i contorni di un omicidio su cui le autorità tedesche si arrovellano da tre mesi.

Alimentando i dubbi che dietro ci sia il Cremlino. Tutto ruota intorno alla strana uccisione di un ex militare di quarant'anni originario della Cecenia freddato con due colpi di pistola, in pieno giorno, in un bar nel quartiere di Moabit-Mitte a Berlino da un cittadino russo, poi fermato dalle autorità.

Le stranezze sono tre: la dinamica dell’omicidio, la provenienza della vittima e il mistero intorno all’identità dell’assassino. L’omicida si è avvicinato alla sua vittima in bicicletta, l’ha centrata con due colpi ed ha proseguito la sua corsa in sella alla bici, prima di essere bloccato dalla polizia. Un lavoro da professionisti, lo ha definito la stampa.

L’ucciso è un ceceno con cittadinanza georgiana, un passato da militante ribelle contro la Federazione russa e un permesso d’asilo in Germania. Ma è sull'assassino che si sono concentrate le indagini della procura berlinese, fino al passaggio del testimone alla procura federale di Karlsruhe, che si occupa di casi che hanno a che fare con la sicurezza nazionale e internazionale.

L’assassino infatti ha un’identità incerta e si ipotizza possa essere un killer russo professionista, già colpito da un mandato di cattura internazionale per omicidio, come ha riferito la stampa tedesca. La procura federale non è scesa nei dettagli e si è limitata a rendere noto di avere prove sufficienti per ritenere che l'uccisione «sia stata compiuta o per conto delle autorità statali russe o per conto della Repubblica cecena autonoma, parte della Federazione russa»: un omicidio di Stato su commissione dunque.

I due diplomatici espulsi infatti sono dei servizi segreti militari russi, riferiscono le testate Sueddeutsche Zeitung, Ndr e Wdr. Il ministero degli Esteri ha convocato l’ambasciatore russo a Berlino per rendere noto che «il governo federale reagisce al fatto che le autorità russe, nonostante le ripetute e pressanti richieste ad alto livello, non hanno partecipato a sufficienza alle indagini sull'omicidio».

Anche la cancelliera Angela Merkel ha sottolineato che la Germania non ha ricevuto alcun aiuto da Mosca per le indagini. E tale omissione, ha affermato a margine del vertice Nato di Watford, «nei rapporti bilaterali è già un fatto». Mosca in un primo momento ha liquidato le indiscrezioni sul possibile legame tra l’omicidio e le autorità russe come «totalmente infondate».

Ma dopo l’espulsione dei due funzionari ha annunciato rappresaglie, sebbene il ministro degli Esteri Serghiei Lavrov abbia detto che servirà «un pò di tempo» per rispondere: «Siamo persone riflessive, prima studieremo ciò di cui siamo accusati e perché tutto questo è avvenuto», ha affermato il capo della diplomazia di Putin.

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