Le sigarette elettroniche aromatizzate diventano illegali a New York che, ancora una volta, si conferma apripista negli Stati Uniti. Il sindaco Bill de Blasio ha firmato, trasformandolo in legge, il provvedimento che ne vieta la vendita nella Grande Mela a partire dal luglio 2020: chi non rispetterà il divieto sarà soggetto a una multa da 1.000 dollari. Si tratta del divieto maggiore imposto finora nel paese.
Una mossa estrema per far fronte all’emergenza del vaping a New York come nel resto degli Stati Uniti, dove le sigarette elettroniche stanno spopolando soprattutto fra i giovanissimi, anche non fumatori. Un boom che da tempo agita le autorità federali finora però incapaci di offrire una soluzione, scaricando di fatto ai singoli stati e alle singole città la responsabilità di intervenire su una crisi dilagante.
«L'idea semplice dietro al provvedimento è quella di proteggere i cittadini, soprattutto i ragazzi. Tuteleremo la loro salute a ogni costo», dice De Blasio firmando il provvedimento, approvato con una maggioranza schiacciante nelle ultime settimane dal consiglio comunale. Un consiglio che ha deciso di intervenire, e di farlo con il pugno duro, per cercare di arginare la diffusione delle sigarette elettroniche aromatizzate fra i giovani.
Secondo le stime presentate, circa uno studente di liceo su cinque a New York ha provato le sigarette elettroniche. E sono soprattutto quelle aromatizzate ad attirare i giovanissimi mettendoli a rischio: si calcola che 5 milioni di teenager negli Stati Uniti siano dipendenti dalla nicotina a causa del vaping. La firma del provvedimento da parte di De Blasio è stata preceduta dalle testimonianze di tre ragazzi, fra i quali il 16enne Phillip Fuhrman.
«Ho usato la mia prima Juul alla menta quando avevo 14 anni, e non capivo i pericoli e la dipendenza delle sigarette elettroniche e di Juul», racconta Fuhrman, riferendosi al popolare marchio di sigarette elettroniche, diffusissimo fra i giovanissimi e finito nel mirino delle autorità americane per le sue politiche di marketing, dirette - è l’accusa - proprio ai teenager.
La stretta varata da New York riapre le polemiche. L'industria delle sigarette elettroniche vale 9 miliardi di dollari e molti critici ritengono che i vari divieti imposti a livello locale negli Stati Uniti si traducano in un vantaggio per le big del tabacco, rendendo la vita più difficile agli ex fumatori che faticosamente sono riusciti a lasciare le bionde.
Juul fra il 2018 e il 2019 ha attuato una serie di misure fortemente restrittive per prevenire e limitare ulteriormente l'accesso dei propri prodotti a un pubblico non adulto. E' quanto precisano fonti vicine all'azienda, in riferimento alle accuse sulle sue politiche di marketing sollevate nell'ambito della stretta sulle vendite imposta da New York per le sigarette elettroniche aromatizzate. Fra le misure introdotte, c'è il divieto di vendita online a consumatori di età inferiore ai 21 anni anche se negli Stati Uniti l'età minima è fissata a 18; il sostegno alla legge "Tobacco 21" con l'obiettivo di innalzare a 21 anni l'età minima per l'acquisto di prodotti del tabacco e vaporizzatori (tra i quali lo stesso Juul); la sospensione della distribuzione delle ricariche JUULpods aromatizzate - a eccezione di quelle a base di tabacco e mentolo; e il rafforzamento dei processi online di verifica dell'età e di verifica di conformità dei rivenditori. A queste misure si aggiunge la chiusura degli account social Facebook e Instagram.
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