Nuova strage in Somalia: un’autobomba è esplosa in un sobborgo alle porte di Mogadiscio, uccidendo decine e decine di persone. Il bilancio è ancora provvisorio ma destinato a salire: secondo il direttore del servizio di ambulanze Aamin, Abdikadir Abdirahman Haji, sono stati recuperati almeno 76 corpi e 70 feriti. Il deputato Abdirizak Mohamed, ex ministro della Sicurezza Nazionale, su Twitter ha sostenuto di essere stato informato della morte di oltre 90 persone. Tra questi «17 agenti di polizia, 73 civili e 4 stranieri», secondo la stampa ingegneri turchi. La polizia ha parlato di «un’esplosione devastante», il peggior attacco da anni. Secondo una prima ricostruzione, l’attentatore suicida, al volante del mezzo, si è fatto saltare in aria in una zona affollata, a un checkpoint dal quale si transita per entrare e uscire dalla capitale somala, in direzione di Afgoi. Secondo alcune fonti, l’auto sarebbe stata intercettata dalle forze di sicurezza e il kamikaze avrebbe quindi deciso di farsi esplodere sul posto. Tra le vittime ci sono molti studenti, foto sui social mostrano un pulmino universitario completamente sventrato. «L'area era piena di gente che andava a scuola o faceva compere quando l’attacco orribile è avvenuto», ha sottolineato il portavoce del governo, Mukhtar Omar, paventando un bilancio più alto. Finora nessun gruppo ha rivendicato l’attentato ma si sospettano gli al-Shebaab legati ad al-Qaeda, responsabili di molti attacchi a uffici governativi e hotel in Somalia. Un paio di settimane fa, 5 persone sono morte in un assalto a un albergo vicino al palazzo presidenziale di Mogadiscio, mentre a luglio un kamikaze ha ferito l’allora sindaco della capitale, Abdirahman Omar Osman. Inoltre, gli al-Shebaab sono responsabili del peggiore attentato terroristico degli ultimi anni, un doppio camion-bomba che nell’ottobre 2017 fece quasi 600 morti. Il gruppo è stato cacciato dalla capitale somala nel 2011 ma controlla ancora alcune zone rurali dalle quali lancia attacchi anche contro il vicino Kenya.