I manifestanti inferociti per i raid Usa di domenica contro diverse strutture di una milizia sciita filo-iraniana al confine tra Iraq e Siria hanno assaltato l’ambasciata americana a Baghdad, riuscendo a penetrare all’interno del compound. Il bilancio dell'assedio è di 32 feriti.
L’ambasciatore e lo staff sono stati evacuati, mentre sono stati sparati gas lacrimogeni per respingere i manifestanti. Domenica scorsa il Pentagono ha ordinato un’operazione contro cinque basi di Kataib Hezbollah al confine tra Iraq e Siria, come ritorsione per i recenti attacchi missilistici contro interessi americani nella regione, in particolare il lancio venerdì scorso di oltre 30 razzi contro una base Usa a Kirkuk che ha causato la morte di un contractor statunitense.
E’ di 32 feriti il nuovo bilancio dell’assedio da parte di migliaia di manifestanti all’ambasciata americana a Baghdad. La milizia filo-iraniana Al Hashd minaccia di assediare altre ambasciate a Baghdad, oltre a quella americana, per chiedere alle forze straniere di lasciare il Paese.
«L'Iran ha ucciso un contractor, ferendo molti. Noi abbiamo risposto duramente e lo faremo sempre. Adesso l’Iran sta orchestrando un attacco all’ambasciata americana in Iraq. Saranno ritenuti pienamente responsabili. Inoltre, noi ci aspettiamo che l’Iraq impieghi le sue forze per proteggere l’ambasciata, e così siete avvisati!», ha twittato
oggi il presidente americano Donald Trump.
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