Aveva solo sette anni, ma i suoi assassini l’hanno attratta nella loro trappola, offrendole del rossetto. Poi, una volta che la piccola Hooznoor c'era caduta, l'hanno stuprata, picchiata e poi l’hanno annegata. Il nuovo, orribile caso emerso dalle profondità del Pakistan rurale, tuttavia, si è subito ritorto contro i due assassini, che sono stati colti in flagrante mentre stavano annegando la bimba e che hanno rischiato di essere linciati. Teatro del nuovo orrore, il villaggio di Ziarat Kaka Sahib, nel distretto di Nowshera, nella remota provincia nord- occidentale di Khyber Pakhtunkhwa (Kp), che confina con l'Afghanistan. La polizia era stata allertata sabato pomeriggio da una denuncia della famiglia della bambina, che non era rientrata a casa. Come la maggior parte delle famiglie del Pakistan rurale, i genitori della piccola Hooznoor avevano affidato la sua educazione alla madrassa (scuola coranica) della moschea del villaggio. Ma lì sabato non è mai arrivata. Oltre alla polizia, familiari e amici si sono messi a cercarla, mentre gli altoparlanti dai minareti allertavano la gente e diffondevano informazioni sulla bambina. Cosa che non sembra aver distolto gli stupratori dal loro intento. Quando il buio era già calato la terribile scoperta, nel cantiere di un edificio in costruzione: i due uomini sono stati visti e colti in flagrante mentre stavano annegando la bambina in un bidone d’acqua, con uno dei due che la strangolava con le mani attorno al collo tenendole la testa sott'acqua. Quando Hooznoor è stata tolta dalle grinfie dei due, era già morta. I due, Ibrar e Rafiq ul Wahab, che lì per lì sono stati messi in fuga, hanno rischiato il linciaggio: diversi abitanti di Ziarat Kaka Sahib si sono messi sulle loro tracce per farsi giustizia da soli. Addirittura era già stata convocata la jirga, il consiglio di villaggio, che avrebbe dovuto giudicarli secondo la sharia e le tradizioni locali. La polizia se li è fatti alla fine consegnare e i due hanno confessato tutto. Ora si attende l'esame del Dna. E mentre un’ondata di shock per la sorte della bambina si diffondeva in tutto il Pakistan e sui social nasceva l’hashtag #JusticeForHooznoor (Giustizia per Hooznoor), il tribunale locale ha vietato a qualsiasi avvocato del distretto di assumere le difese dei due stupratori e assassini, che rischiano la pena di morte, come è accaduto a Imran Ali, serial killer e stupratore reo confesso, impiccato a Lahore nell’ottobre del 2018 per aver violentato e ucciso una bambina di 6 anni, Zeinab. Proprio a quest’ultima è stato intitolato il provvedimento, approvato dal parlamento di Islamabad dieci giorni fa, che inasprisce le pene per violenze e stupro, nel tentativo di interrompere un’infinita catena di orrori che solo negli ultimi anni, in India come in Pakistan, grazie anche ad una maggiore attenzione dei media, sta sollevando l’indignazione generale. Sotto il 'Zainab Bill', chi commette abusi sui minori si vedrà comminare da 10 anni fino all’ergastolo. E rischia grosso anche un funzionario di polizia che non risponda a una denuncia di stupro o di scomparsa.