Bernie Sanders sbanca in Nevada e si afferma sempre più come l’anti-Trump. Il senatore vince con ampio vantaggio i caucus, porta a casa la sua terza vittoria e lancia la volata alla conquista della nomination democratica. "Vinceremo in tutto il Paese", dice trionfante. A nulla sono valsi i tentativi dei rivali di fermare la corsa del senatore. Pete Buttigieg, finora spina nel fianco di Sanders, è arrivato - secondo i dati preliminari - solo terzo in Nevada dietro a Joe Biden e staccato di quasi 30 punti dal vincitore. Mayor Pete voleva di più e la sua amarezza, anche se composta, emerge nel commentare i risultati. Si congratula con Sanders ma invita a valutare attentamente i pericoli e le conseguenze di una sua possibile nomination. «Il senatore Sanders crede in una rivoluzione ideologica inflessibile che esclude molti democratici, per non parlare dei molti americani che taglia fuori», avverte Buttigieg. Joe Biden si piazza al secondo posto, lontanissimo alle spalle di Sanders. Un risultato che, alla luce delle delusioni dell’Iowa e del New Hampshire, lo soddisfa. Davanti al suo popolo precisa di non essere un socialista, di non essere un plutocrate: «sono un democratico orgoglioso di esserlo. Vinceremo in South Carolina e il Super Tuesday», dice Biden sorridendo dal palco del suo quartier generale di Las Vegas. La città delle luci regala invece una nuova pesante sconfitta a Elizabeth Warren, inchiodata solo al quarto posto. Per la senatrice, considerata da molti osservatori ormai all’ultima spiaggia, si tratta di un nuovo schiaffo pesante che conferma le difficoltà a decollare della sua campagna elettorale. Delusa anche Amy Klobuchar, che non arriva neanche al 5% delle preferenze ai caucus. «Abbiamo fatto meglio delle attese» dice nel tentativo di consolare i suoi sostenitori. «Continueremo la nostra campagna» aggiunge. Segue passo passo dalla Casa Bianca il conteggio dei voti Donald Trump. Non appena vengono diffuse le prime proiezioni il presidente è fra i primi a congratularsi con «il pazzo Bernie" al quale consiglia di fare attenzione e di non farsi rubare la nomination dai democratici, così come accaduto nel 2016. Definendo Biden e gli altri candidati democratici deboli, Trump torna ad attaccare Michael Bloomberg, che non ha neanche corso in Nevada. «Non c'è possibilità che mini-Mike Bloomberg possa rilanciare la sua campagna dopo la peggiore perfomance della storia in un dibattito presidenziale» twitta. Segue da lontano il voto anche l’ex sindaco di New York, che sta scaldando i motori per la sua discesa in campo durante il Super Tuesday. E proprio l’appuntamento del 3 marzio è il test cruciale per i candidati democratici, quello che potrebbe dare una scossa decisa alla corsa alla Casa Bianca restringendo il numero dei candidati e aprendo il vero scontro, quello con Trump.