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La Francia diserta le urne, astensione record ma piazze affollate

Urne deserte, piazze affollate: i francesi, ma soprattutto i parigini, hanno mostrato per la seconda volta in pochi giorni di non aver compreso la gravità della situazione coronavirus. All’invito a limitare uscite e spostamenti del presidente Emmanuel Macron, giovedì, non avevano aderito.

Alla chiusura di negozi, bar e ristoranti da ieri a mezzanotte, hanno risposto facendo festa fino a tardi ieri sera e affollandosi oggi nelle strade, nelle piazze, lungo i fiumi, nei giardini. Come in una domenica normale di primo sole di marzo.

La domenica più surreale che si ricordi in Francia è trascorsa fra i media che lanciano la massima allerta, ospedali già sovraccarichi, curva dei contagi che si avvicina pericolosamente a quella italiana di 8 giorni fa da una parte; dall’altra, milioni di cittadini che sono comunque andati a votare - anche se in percentuale mai così bassa - per eleggere i sindaci.

Infine, una folla in preda alla voglia di uscire e di divertirsi, di sdraiarsi sul prato o di fare sport, ha fatto a meno di bar e locali pubblici accampandosi sull'erba a fare pic-nic, improvvisando festicciole con musica da ballo e finendo poi a frotte nel tardo pomeriggio nel centro delle città, in particolare Parigi. Ieri sera, nei locali notturni, nei pub, nelle discoteche nei dintorni della Bastiglia, cuore della movida, si è ballato fino a notte fonda, anche fuori dai locali che a mezzanotte, obbedendo all’ingiunzione del governo, avevano chiuso i battenti.

Una festa, innaffiata alcool e festeggiata con pericolosi abbracci, per «l'addio alla normalità». Con i risultati dai seggi che arrivano molto lentamente, anche perché molti hanno faticato ad aprire questa mattina in mancanza di personale e scrutatori, spicca l’astensione senza precedenti, per quanto scontata: il virus o la rabbia nei confronti della decisione di confermare comunque il primo turno elettorale, hanno tenuto lontani dalle urne fra il 53 e il 56%, un fenomeno mai visto.

Fra i primi risultati, conferme per il Rassemblement National al sud - con la vittoria a Perpignan dell’ex compagno di Marine Le Pen, Louis Aliot - e del primo ministro Edouard Philippe, che vince il 1 turno a Le Havre con il 43%, un risultato rassicurante per il ballottaggio ma di una decina di punti più in basso rispetto alle precedenti elezioni. Mentre arrivava la notizia che anche il presidente deu Repubblicani francesi, Christian Jacob, è positivo al test, la surreale serata francese ha avuto un riflesso anche sui media e sulle tv all-news, che alle 20 in punto hanno cominciato a diffondere i dati degli exit-poll contemporaneamente al ministro della Salute, Olivier Véran, che annunciava il quotidiano numero nuovi contagi e decessi.

Si è ormai a 5.400 positivi e a 120 morti (rispettivamente 900 e 28 casi in più), per domani mattina è in programma una riunione del governo con il comitato di esperti che lo assiste nelle scelte di questi giorni. Fonti vicine alla maggioranza hanno confermato questa sera che si va verso nuove decisioni restrittive, che saranno annunciate martedì: probabile il confinamento in casa, si parla di una prima fase con una sorta di divieto di uscire dopo le 18. Quasi tutti i politici che si sono pronunciati in serata, sono contrari allo svolgimento - domenica prossima - del secondo turno elettorale.

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