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Coronavirus: positivi 4 militari italiani in Afghanistan

Quattro militari italiani (3 dell’esercito e uno dell’aeronautica) del contingente militare in Afghanistan dislocato presso la base militare italiana di Herat sono risultati positivi al COVID19. Lo rende noto la Difesa. I militari erano già in quarantena preventiva (prevista dalle direttive dalla NATO per la missione Resolute Support) all’atto dell’immissione in teatro dopo lo screening effettuato in patria alla partenza (negativi). Non hanno quindi avuto contatti con il personale sul campo.

Attivate immediatamente le necessarie procedure di assistenza sanitaria, si è constatato che i militari stanno bene e hanno subito iniziato il previsto periodo di isolamento e sorveglianza sanitaria presso la base, durante il quale saranno assicurate le cure necessarie dal personale sanitario militare del contingente. Il Comando del contingente italiano ha attivato tutte le procedure previste dal protocollo sanitario che in alcun modo al momento hanno ridotto l’operatività del TAAC -W che continua ad operare regolarmente nell’ambito della missione NATO Resolute Support tesa a garantire l’assistenza, la consulenza e l’addestramento alle Forze di Sicurezza Afghane.

Il Capo di SMD, Generale Enzo Vecciarelli, per il tramite del Comando Operativo di Vertice Interforze monitora la situazione dei militari italiani in tutte le missioni e operazioni nazionali e internazionali, impartendo costantemente a tutela del personale specifiche misure precauzionali. I militari impegnati in missione/operazione all’estero seguono le indicazioni del Ministero della Sanità allo stesso modo di quelli impiegati in ambito nazionale. In questa situazione di emergenza il Comando Operativo di Vertice Interforze (COI) ha redatto, già da tempo, una direttiva, coordinata in sinergia con l’Ispettorato Generale della Sanità militare e il Ministero della Salute, che riguarda le misure precauzionali da adottare per l’emergenza CoVid-19.

Nella direttiva sono indicate le procedure di screening per invio e rientro dei militari/personale civile che opera per l’A.D. nei /dai TO/imbarco su Unità Navali e anche procedure di screening per il personale civile autoctono e/o contractors che opera all’interno di basi/compound nazionali. In questa situazione inoltre, pur nel rispetto dei compiti assegnati per mantenere l’adeguato livello di efficacia nell’assolvimento della missione, sono limitati al minimo i contatti con la popolazione locale e con le eventuali FFAA straniere in cooperazione, come avviene per chi opera in Italia. Priorità per la tutela di tutto il personale delle FFAA impiegate in teatri operativi esteri o nazionali rimane comunque l’utilizzo dei Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) previsti e la rigida applicazione delle norme del Ministero della Salute. Sono state inoltre fornite ai contingenti in Teatro specifiche «Linee guida» improntate al principio della «massima precauzione» richiamando, al contempo, il senso di responsabilità di ciascun militare.

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