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Marco e Carmine, da Madrid e dai Caraibi: i racconti di due cosentini “prigionieri” all'estero

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«Dovrei tornare in Italia ma penso che sarà impossibile per il momento». Marco ama Cosenza e la porta sempre nel cuore, ma da anni vive a Madrid una città che ha scelto come sede del suo progetto Erasmus e che poi è diventata la sua seconda casa. Vive lì da ormai dieci anni eppure in queste settimane sente l'Italia e la Spagna molto vicine.

«Anche qui stiamo vivendo gli stessi momenti di angoscia. Non esco da casa da due settimane», racconta nel giorno del suo compleanno che solitamente trascorreva a Cosenza tornando anche per le vacanze di Pasqua. Quest'anno tutto questo non sarà possibile.

«Ancora qui non abbia la chiusura totale come da voi - spiega - ma ho provato a contattare le istituzioni e per tornare sarebbe molto complicato con il rischio di restare bloccato a Roma. I voli sono stati ridotti e quindi ci sarebbero molti scali da fare. Non so quando sarà possibile tornare». Per lui in questo periodo la Calabria è off limits, ma il giovane cosentino che in Spagna si occupa di relazioni internazionali questa sarebbe una vacanza.

Mentre, la situazione è più drammatica per altri giovani che non hanno alternativa e devono rientrare. È la storia di Carmine, musicista della provincia di Cosenza, che da alcuni anni lavora sulle navi da crociera. Adesso sono state sospese e da pochi giorni la società per cui lavora gli ha detto che la loro attività è temporaneamente interrotta, motivo per il quale non può rimanere ai Caraibi dove si trova ma deve tornare nella sua regione. La direzione della società gli ha comunicato la possibilità di tornare in aereo comunicandolo alle istituzioni e al ministero degli Esteri ma a quel punto deve fermarsi - a sue spese - a Roma perché al momento non può e non deve tornare in Calabria. Da qui lo smarrimento totale del giovane che non sa davvero come gestire la situazione sia dal punto di vista logistico che economico.

L'articolo completo sulla Gazzetta del Sud, edizione di Cosenza

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