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Record di decessi per coronavirus in Spagna, in arrivo stretta sulle attività

Pedro Sanchez

Nella pandemia di Covid-19 la Spagna segue drammaticamente l’Italia, nei numeri (prima) e nei provvedimenti di contrasto (poi). Il record di decessi che ogni giorno viene frantumato, nelle ultime 24 ore sono stati 838 che hanno portato il totale a 6.528, con quasi 79 mila casi confermati (poco meno della Cina), ha costretto il premier socialista, Pedro Sanchez, a inasprire ulteriormente il confinamento, nonostante la resistenze durate quasi una settimana. Oggi un consiglio dei ministri straordinario approverà il nuovo decreto che vieta tutte le attività non essenziali almeno fino al 9 aprile con un congedo retribuito per tutti i lavoratori.

I partner di Sanchez, incluso Podemos, avevano già sollecitato misure più drastiche. La Moncloa ha iniziato tuttavia la settimana riluttante verso una ulteriore stretta alla libertà di spostamento, con un occhio al crollo del Pil e all’economia già fragile. I record consecutivi di decessi degli ultimi tre giorni non hanno però lasciato spazio a tentennamenti. L’obiettivo ora è di ridurre la mobilità nelle prossime due settimane ai livelli del weekend.

Potranno continuare a lavorare solo i settori legati alle attività che con lo scorso decreto erano stati autorizzati all’apertura. Saranno quindi mantenute le attività legate al settore primario, come l’agricoltura e la pesca e prodotti alimentari, la fabbricazione di abiti da lavoro, prodotti farmaceutici e il trasporto e la distribuzione di tutti i prodotti considerati essenziali. Qualsiasi attività di smart working può essere mantenuta.

Sanchez ha assicurato, in una video conferenza, che i lavoratori «continueranno a ricevere i loro salari normalmente». Una volta terminata la situazione di emergenza sanitaria, i dipendenti recupereranno le ore di lavoro non fornite gradualmente e distanziate nel tempo.

Il premier, anche in questo caso come l’Italia, ce l’ha particolarmente con l’Ue, invitandola più volte a reagire in una situazione che non potrebbe essere più critica. La Spagna non può uscire dalla crisi «con maggiore indebitamento», ha insistito Sanchez. Per questo motivo, ritiene insufficiente l’intervento della Banca centrale europea e ritiene che la luce alla fine del tunnel potrebbero arrivare dall’emissione di quelle che ha definito «bond per la ricostruzione» in modo che lo «sforzo supplementare» nella crisi «abbia il sollievo e la protezione dell’intera Europa». «L'Europa sta rischiando, non può fallire perchè anche i Paesi e i governi più europeisti, come la Spagna, hanno bisogno di prove di un reale impegno. Ora è il turno dell’Europa», ha avvertito.

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