In Ecuador, che con i suoi 2.748 casi di nuovo coronavirus su 16,6 milioni di abitanti è fra i paesi non solo dell’America Latina ma in percentuale anche del mondo dove si registra il maggior numero di contagi, si fa fatica a seppellire i morti. Finora sono 93 in tutto, ma circa due terzi sono concentrati nella provincia di Guayas, la cui capitale Guayaquil è fra le città più drammaticamente coinvolte dall’emergenza sanitaria.
Il dolore per la perdita dei propri cari è acutizzato dall’impossibilità di seppellire i morti: a causa della indisponibilità delle società di pompe funebri, sopraffatte dall’elevato numero di decessi e dalla preoccupazione per il contagio, oltre che dal lungo coprifuoco serale (15 ore), molte famiglie per non tenere in casa i cadaveri li abbandonano. Il governo di Lenìn Moreno ha creato una Task Force congiunta per affrontare l’emergenza: negli ultimi giorni, sono state sepolte circa 50 salme.
Il sindaco della città, Cynthia Viteri, è in isolamento a casa, contagiata dal Covid-19, ma si fa ugualmente portavoce delle proteste dei cittadini che chiedono di recuperare i cadaveri dalle case e dagli ospedali, dove spesso vengono lasciati dalle famiglie per giorni e giorni. Alcuni video di cadaveri abbandonati in sacchi neri per l’immondizia si sono però rivelati falsi, fatti circolare sui social network dalle famiglie esasperate anche dalle difficoltà di ottenere i certificati di morte, proprio per attirare l’attenzione delle autorità sulla questione.
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